Elba

Una signora mi chiede di poter pranzare fuori….”…..C’è un bel sole, dice, a Milano stamani erano meno 1…..”…..Cosa cazzo me ne frega della temperatura mattiniera di Milano, quello che mi infastidisce è il fatto che fuori c’è vento e sono appena rientrato al lavoro dopo 4 giorni di una influenza che mi ha troncato le gambe, una legnata che mi tolto le poche forze rimaste, erano anni che non faticavo così x riprendermi, sarà anche l’età come qualcuno sussurra, ma essere al lavoro è già un miracolo ed ora entrare ed uscire dal ristorante x questa avventata che sono settimane che non vede un raggio di sole, mi fa girare i coglioni, rischio di prendere una botta di vento che mi spedirebbe di rifilata a letto…E al proprietario più delle mie condizioni, sembra interessare la mia presenza, xchè mi sono presentato con una faccia che faceva paura pure al cane….Ho delle borse intorno agli occhi che sembra la foto segnaletica di qualche tossico appena fuggito dal carcere…..Ti preoccupi x non lasciare nella merda gli altri e poi nella merda ci rimani te….bisognerebbe avere un pizzioc in più di egoismo, xchè tanto l’altruismo non paga, sul lavoro proprio non paga….Il week end è finito comunque e se possono andà tutti affanculo….

Elba

….”….Bab-ooobo….mam-maaaa….zio-oooo….zi…a–aaaaa…..”….sti cazzi….apprezzo il fatto che sia una grande gioia vedere i propri figli iniziare a pronunciare le prime parole, ma sono le 16 passate, esattamente 16 e 20, sono qui da poco dopo le 10 e fra meno di due ore devo essere di nuovo qua…..sarebbe meglio se ve ne andate a fare lezione da un’altra parte…..Già dopo le 15 inizia a farsi tardi, dopo le 16 siete proprio una grande rottura di coglioni….cazzo siete l’unico tavolo rimasto e continuate a farvi i cazzi vostri, fra pulire e riassettare saranno oltre le 17, cioè non hai neanche il tempo di farti una doccia, arrivi a casa ed inizi a russare prima ancora di aver chiuso gli occhi….Meno male queste feste del cazzo sono finite, sembra che l’unico desiderio sia stato quello di mangiare a più non posso, come se non ci fosse un domani….Spesso poi passo i pomeriggi da mia mamma, x vedere come sta e farle un pò di compagnia….soltanto che essendo sola gran parte della giornata, appena arrivo mi spara una mitragliata di due ore di discorsi che si ripetono ogni 3×2, fino a quando non mi rovescio sul divano come se fossi stato fucilato, seduta istante….In questi giorni poi, ha pure l’apparecchio acustico rotto….non ho neanche possibilità di risposta, non sente praticamente niente…niente di niente….neppure mio zio, che essendo più sordo di lei, quando parla usa un tono abbastanza alto x farsi capire….”….Ti sbuccio un arancio?….le chiede….”….”….Un gancio….o che ci devo fare con un gancio…”….Nonostante tutto, tv sempre accesa con programmi sempre più deprimenti….meglio la fucilazione….

Grosseto

Il viaggio di ritorno inizia nella maniera migliore….Con un autobus e con poco più di un euro, ragguingo l’aeroporto di Belgrado dal centro della città….Il volo, Alitalia,  proviene da Mosca, parte ed arriva in orario, a Fiumicino subito il treno x Termini e da li a poco il treno, seppur regionale x Grosseto….Cazzo tutto troppo perfetto, c’è qualcosa che non quadra…..Infatti arrivati nel capoluogo Maremmano, verso le 23,30, il prossimo treno che prosegue x Follonica o Campiglia è alle 5 e mezzo del giorno successivo….Porca di quella maiala ladra…Ok mi tocca passare la notte in stazione, non fa freddo, rispetto a Belgrado quei 10/12 gradi in più sono una manna dal cielo, esco dai binari d’arrivo in cerca della sala d’aspetto, ho un libro con me e queste benedette 5 ore passeranno in fretta….Benedette una sega…la sala d’aspetto è chiusa, così come il bar e pure un piccolo uffico della polizia ferroviaria…Ok Grosseto non è New York, ma passare tutta la notte su una panchina della stazione non è il massimo, non ho con me niente di importante, però la macchina fotografica ed il cellulare possono tirar l’attenzione di qualche sbandato….E’ tutto quel che ho….tolgo la scheda dalla reflex e la sim dal cellulare, almeno le foto sono in salvo…Il primo non tarda ad arrivare, sbanda, ha la barba lunga e puzza d’alcool….mi chiede una sigaretta…gliene do due….”….Così dico, eviti di tornare…”….MI guarda, alza l’indice e mi dice….”….Io non ho paura…io non ho paura….”….”….Se non ce l’hai te, rispondo, non ce l’ho neanche io….fuma e non mi cacare il cazzo che devo passare tutta la notte qui…”….Se ne va borbottando qualcosa….Mi accendo una sigaretta anche io, l’orologio segna mezzanotte e mezzo….non mi passa più….Mi faccio una passeggiata, non c’è un’anima….da dietro una macchina sbuca un altro con la faccia di psyco….Non puzza come l’altro, ma ha i denti e le dita della mano destra gialli come il catarro, come cantava Fabi Fibra…Prima che mi chieda qualcosa tiro fuori le sigarette e gliene offro una….”….Grazie dice, mi sono scordato di comprarle….sono in pensione, sai…..sono depresso….”….”….Anche io rispondo, ogni tanto vado in depressione, ma la pensione non me la danno…”….”….Anche te sei depresso, risponde sorridendo….poi tutto di un tratto si ferma, sembra pensare a qualcosa, alza gli occhi al cielo come faceva Verdone nel film che lo ha lanciato….poi fissa me….io fisso lui….prende e se ne va…Riguardo l’orologio, sono passate le una, in fondo sulla sinistra c’è ancora quello che non ha paura, il depresso è sparito verso destra….prendo la zaino e mi vado a posizionare fuori dall’entrata di un hotel che si trova nella piazza della stazione, nella peggiore delle ipotesi mi butto dentro la hall….il portiere di notte mi vede ma non dice niente….Un’altra sigaretta e l’orologio segna quasi le due….Torno in stazione, affanculo i due fuori di testa, gli scalini dell’hotel sono scomodi e freddi….mi butto su una panchina e subito uno dei due non tarda ad arrivare….Meno male che avevo un pacchetto di sigarette quasi integro….Sigaretta, io non ho paura continua a ripetere, mentre il depresso ci osserva da lontano….Non ho ancora capito se si conoscono….Gli mostro il pacchetto di sigarette e corre verso di noi….”….Fumiamo va…che il tempo passa più in fretta…dico…”….Si guardano, quello dall’odore poco gradevole continua a dire che non ha paura, l’altro che è depresso, però prende la pensione….Sono quasi le 3 e a parte noi 3, non c’è un cane in giro…inizio a rilassarmi, loro parlano di qualcosa di totalmente incomprensibile, li guardo sorridendo, però fanno compagnia…

Elba

Se poi arriva il dottore, un amico dell Chef, di una ignoranza pari alla capra più selvatica del pianeta, allora si che andiamo a nozze….altro che denti stretti, mi verrebbe voglia di mandarlo affanculo urlando il più possibile….ma è il Dottore…il Dottore, come il Senatore,  l’Avvocato e ecc….non si può….anzi devi pure subire le loro umiliazioni, xchè riescono a umiliarti solo con poche parole….Ti chiama a tavolo dicendo….”….Porta via questo piatto, non mi piace….”….Magari rispondi mi dispiace, posso fare altro x lei….”…..No….non mangio altro….”….Poi dopo 5 minuti….”…..Portami un dolce….”…..e subito dopo….”….Anche il caffè veloce, c’ho da fare…..e il conto l’hai fatto il conto….”….Mai un grazie, un x favore….lo dice pure con aria incazzata, molte volte guardando altrove, mai negli occhi….Indossa sempre una giacca della quale Fantozzi ne andrebbe fiero, un paio di stivali Mexicani degni del miglior film di John Wayine….portando con sé sempre un libro, ma non si capisce se lo legge o meno….c’è chi dice che sia sempre quello….in fondo è l’unica cosa che può fargli compagnia al tavolo….una donna è un lusso sprecato…

Gino Strada

Io sono un chirurgo. Ho visto i feriti (e i morti) di vari conflitti in Asia, Africa, Medio Oriente, America Latina e Europa. Ho operato migliaia di persone, ferite da proiettili, frammenti di bombe o missili. A Quetta, la città pakistana vicina al confine afgano, ho incontrato per la prima volta le vittime delle mine antiuomo. Ho operato molti bambini feriti dalle cosiddette ‘mine giocattolo’, piccoli pappagalli verdi di plastica grandi come un pacchetto di sigarette. Sparse nei campi, queste armi aspettano solo che un bambino curioso le prenda e ci giochi per un po’, fino a quando esplodono: una o due mani perse, ustioni su petto, viso e occhi. Bambini senza braccia e ciechi. Conservo ancora un vivido ricordo di quelle vittime e l’aver visto tali atrocità mi ha cambiato la vita.

Mi è occorso del tempo per accettare l’idea che una ‘strategia di guerra’ possa includere prassi come quella di inserire, tra gli obiettivi, i bambini e la mutilazione dei bambini del ‘Paese nemico’. Armi progettate non per uccidere, ma per infliggere orribili sofferenze a bambini innocenti, ponendo a carico delle famiglie e della società un terribile peso. Ancora oggi quei bambini sono per me il simbolo vivente delle guerre contemporanee, una costante forma di terrorismo nei confronti dei civili.

Alcuni anni fa, a Kabul, ho esaminato le cartelle cliniche di circa 1.200 pazienti per scoprire che meno del 10% erano presumibilmente dei militari. Il 90% delle vittime erano civili, un terzo dei quali bambini. È quindi questo ‘il nemico’? Chi paga il prezzo della guerra?

Nel secolo scorso, la percentuale di civili morti aveva fatto registrare un forte incremento passando dal 15% circa nella prima guerra mondiale a oltre il 60% nella seconda. E nei 160 e più ‘conflitti rilevanti’ che il pianeta ha vissuto dopo la fine della seconda guerra mondiale, con un costo di oltre 25 milioni di vite umane, la percentuale di vittime civili si aggirava costantemente intorno al 90% del totale, livello del tutto simile a quello riscontrato nel conflitto afgano. Lavorando in regioni devastate dalle guerre da ormai più di 25 anni, ho potuto toccare con mano questa crudele e triste realtà e ho percepito l’entità di questa tragedia sociale, di questa carneficina di civili, che si consuma nella maggior parte dei casi in aree in cui le strutture sanitarie sono praticamente inesistenti.

Negli anni, Emergency ha costruito e gestito ospedali con centri chirurgici per le vittime di guerra in Ruanda, Cambogia, Iraq, Afghanistan, Sierra Leone e in molti altri Paesi, ampliando in seguito le proprie attività in ambito medico con l’inclusione di centri pediatrici e reparti maternità, centri di riabilitazione, ambulatori e servizi di pronto soccorso. L’origine e la fondazione di Emergency, avvenuta nel 1994, non deriva da una serie di principi e dichiarazioni. È stata piuttosto concepita su tavoli operatori e in corsie d’ospedale. Curare i feriti non è né generoso né misericordioso, è semplicemente giusto. Lo si deve fare.

In 21 anni di attività, Emergency ha fornito assistenza medico-chirurgica a oltre 6,5 milioni di persone. Una goccia nell’oceano, si potrebbe dire, ma quella goccia ha fatto la differenza per molti. In qualche modo ha anche cambiato la vita di coloro che, come me, hanno condiviso l’esperienza di Emergency. Ogni volta, nei vari conflitti nell’ambito dei quali abbiamo lavorato, indipendentemente da chi combattesse contro chi e per quale ragione, il risultato era sempre lo stesso: la guerra non significava altro che l’uccisione di civili, morte, distruzione. La tragedia delle vittime è la sola verità della guerra.

Confrontandoci quotidianamente con questa terribile realtà, abbiamo concepito l’idea di una comunità in cui i rapporti umani fossero fondati sulla solidarietà e il rispetto reciproco. In realtà, questa era la speranza condivisa in tutto il mondo all’indomani della seconda guerra mondiale.

Tale speranza ha condotto all’istituzione delle Nazioni Unite, come dichiarato nella Premessa dello Statuto dell’Onu: «Salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all’umanità, riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nell’uguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi e piccole». Il legame indissolubile tra diritti umani e pace e il rapporto di reciproca esclusione tra guerra e diritti erano stati inoltre sottolineati nella Dichiarazione universale dei diritti umani, sottoscritta nel 1948. «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti» e il «riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali e inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo».

70 anni dopo, quella Dichiarazione appare provocatoria, offensiva e chiaramente falsa. A oggi, non uno degli Stati firmatari ha applicato completamente i diritti universali che si è impegnato a rispettare: il diritto a una vita dignitosa, a un lavoro e a una casa, all’istruzione e alla sanità. In una parola, il diritto alla giustizia sociale. All’inizio del nuovo millennio non vi sono diritti per tutti, ma privilegi per pochi. La più aberrante in assoluto, diffusa e costante violazione dei diritti umani è la guerra, in tutte le sue forme. Cancellando il diritto di vivere, la guerra nega tutti i diritti umani.

Vorrei sottolineare ancora una volta che, nella maggior parte dei Paesi sconvolti dalla violenza, coloro che pagano il prezzo più alto sono uomini e donne come noi, nove volte su dieci. Non dobbiamo mai dimenticarlo. Solo nel mese di novembre 2015, sono stati uccisi oltre 4mila civili in vari Paesi, tra cui Afghanistan, Egitto, Francia, Iraq, Libia, Mali, Nigeria, Siria e Somalia. Molte più persone sono state ferite e mutilate, o costrette a lasciare le loro case. In qualità di testimone delle atrocità della guerra, ho potuto vedere come la scelta della violenza abbia – nella maggior parte dei casi – portato con sé solo un incremento della violenza e delle sofferenze. La guerra è un atto di terrorismo e il terrorismo è un atto di guerra: il denominatore è comune, l’uso della violenza.

Sessanta anni dopo, ci troviamo ancora davanti al dilemma posto nel 1955 dai più importanti scienziati del mondo nel cosiddetto Manifesto di Russel-Einstein: «Metteremo fine al genere umano o l’umanità saprà rinunciare alla guerra?». È possibile un mondo senza guerra per garantire un futuro al genere umano? Molti potrebbero eccepire che le guerre sono sempre esistite. È vero, ma ciò non dimostra che il ricorso alla guerra sia inevitabile, né possiamo presumere che un mondo senza guerra sia un traguardo impossibile da raggiungere. Il fatto che la guerra abbia segnato il nostro passato non significa che debba essere parte anche del nostro futuro. Come le malattie, anche la guerra deve essere considerata un problema da risolvere e non un destino da abbracciare o apprezzare.

Come medico, potrei paragonare la guerra al cancro. Il cancro opprime l’umanità e miete molte vittime: significa forse che tutti gli sforzi compiuti dalla medicina sono inutili? Al contrario, è proprio il persistere di questa devastante malattia che ci spinge a moltiplicare gli sforzi per prevenirla e sconfiggerla. Concepire un mondo senza guerra è il problema più stimolante al quale il genere umano debba far fronte. È anche il più urgente. Gli scienziati atomici, con il loro Orologio dell’apocalisse, stanno mettendo in guardia gli esseri umani: «L’orologio ora si trova ad appena tre minuti dalla mezzanotte perché i leader internazionali non stanno eseguendo il loro compito più importante: assicurare e preservare la salute e la vita della civiltà umana».

La maggiore sfida dei prossimi decenni consisterà nell’immaginare, progettare e implementare le condizioni che permettano di ridurre il ricorso alla forza e alla violenza di massa fino alla completa disapplicazione di questi metodi. La guerra, come le malattie letali, deve essere prevenuta e curata. La violenza non è la medicina giusta: non cura la malattia, uccide il paziente. L’abolizione della guerra è il primo e indispensabile passo in questa direzione. Possiamo chiamarla ‘utopia’, visto che non è mai accaduto prima. Tuttavia, il termine utopia non indica qualcosa di assurdo, ma piuttosto una possibilità non ancora esplorata e portata a compimento. Molti anni fa anche l’abolizione della schiavitù sembrava ‘utopistica’.

Nel XVII secolo, ‘possedere degli schiavi’ era ritenuto ‘normale’, fisiologico. Un movimento di massa, che negli anni, nei decenni e nei secoli ha raccolto il consenso di centinaia di migliaia di cittadini, ha cambiato la percezione della schiavitù: oggi l’idea di esseri umani incatenati e ridotti in schiavitù ci repelle. Quell’utopia è divenuta realtà. Un mondo senza guerra è un’altra utopia che non possiamo attendere oltre a vedere trasformata in realtà. Dobbiamo convincere milioni di persone del fatto che abolire la guerra è una necessità urgente e un obiettivo realizzabile. Questo concetto deve penetrare in profondità nelle nostre coscienze, fino a che l’idea della guerra divenga un tabù e sia eliminata dalla storia dell’umanità.

Ricevere il Premio Right Livelihood Award incoraggia me personalmente ed Emergency nel suo insieme a moltiplicare gli sforzi: prendersi cura delle vittime e promuovere un movimento culturale per l’abolizione della guerra. Approfitto di questa occasione per fare appello a voi tutti, alla comunità dei colleghi vincitori del Premio, affinché uniamo le forze a sostegno di questa iniziativa. Lavorare insieme per un mondo senza guerra è la miglior cosa che possiamo fare per le generazioni future.

Verona

Chiara ha gli stessi lineamenti di Giuliana….la stessa bocca, gli stessi occhi, perfino i capelli sono gli stessi, solo l’accento, Veneto, la differenzia….E’ la prima volta che la vedo dopo quasi 32 anni….Non sembra vero….è indaffaratissima con la bambina mentre cerca di fare colazione dopo una notte passata al lavoro….Sono, anzi siamo, ci sono anche jessika e blu, a casa sua….Sono teso anche se mi sembra di essere tornato indietro di oltre 40 anni….la mia sorellona….indietro ai tempi felici, della scuola….invece di tempi felici ne sono rimasti ben pochi….Chiara da quando ci siamo trovati, lo scorso Aprile, ha saputo molte più cose sul suo passato, specialmente dalla Linda che ha tutte le carte degli avvocati….L’unico che non ha mai saputo un cazzo sono io….o xlomeno sono cresciuto in mezzo ad una montagna di menzogne, di sotterfugi, fra famiglie ed avvocati, legali e assistenti sociali….Xfino alla Chiara è sempre stato detto che non sapevano dove fosse sua sorella, xchè Giuliana essendo ragazza madre (invece era felicemente sposata) era stata mandata a partorire all’estero e se ne erano perse le tracce….Invece la versione era, che su Giuliana spiccava un mandato di arresto internazionale e se avessero portato la bambina (Chiara) all’Elba, si sarebbe rischiato che gliela portassero via….Poi si sono accordate le famiglie ed anche qui so poco e nulla, non capisco xchè con il tempo non si sia fatta un’apertura almeno con la bambina x farle sapere le proprie origini….A me avevano addirittura detto che Giuliana aveva partorito in carcere e l’aveva abbandonata…..Linda invece ha sempre saputo tutto, tranne l’esistenza della sorella, mentre a me hanno sempre detto che non sapeva niente e di non andare a fare casini….c’è qualcosa che non mi torna, ma non è certo x giustificare mia madre che ha sulle spalle con mio padre, l’errore maggiore…loro hanno rifiutato l’adozione….c’è poco da dire….noi, io e mia sorella Barbara, invece abbiamo dovuto seguirne l’evoluzione senza poter intervenire….alla fine diranno per proteggervi, xchè in quel momento Giuliana le stava combinando di tutti i colori….quante discussioni in casa, urla, offese, tentati siucidi, dottori, Carabinieri, assistenti sociali, una situazione che è sfuggita di mano, specialmente ai miei genitori e Linda che però fino ad una settimana prima del casino totale è vissuta a casa nostra in totale armonia…ho ancora dei ricordi splendidi della bambina….poi il buio….totale….

Elba

Fabio apre una boccia di prosecco….”…..Per digerire, dice, specialmente dopo un buon tortino al cioccolato…..”…..Ne bevo un sorso, mentre il Maitre mi sta alle calcagna, come diceva Jessika, chiedendomi più volte cosa farò il prossimo anno……”…..Qui rispondo, Maitre, non ho mai avuto problemi con nessuno, tranne la famosa stronza che si era accanita contro di me……e poi sono l’unico che non è stato fatto fuori, ma ho lasciato di mia spontanea volontà e lei sa il perchè……”……Il Maitre tira su una bella boccata di fumo dalla sigaretta elettronica e mi guarda sorridendo……”….”…..Qui siamo sempre nelle mani del famoso consulente, che non ci capisce un cazzo, ma che ha il potere decisionale su tutti noi….se vuoi tornare la porta è sempre aperta, ma sappi che qui è sempre un bel casino…..ma possiamo offrirti 8 mesi di lavoro……”…..Curriculum, lingue, esperienza e poi quello che conta è sempre un bel paio di scarpe, possibilmente comode…..8 mesi di lavoro….magari….8 mesi di lager, di arresti domiciliari……fossero le 8/10 ore giornaliere, sarebbe nulla….qui si passa facilmente a 12, 14 e senza preavviso…..quello che viene viene….sono cazzi tuoi…..”….Le faccio sapere, rispondo…..lei mi tenga informato se ci sono cambiamenti….in meglio…..”…..Intanto si sofferma a chiacchera anche la figlia del Boss, ma stranamente non mi concede lo sguardo….io non ho nulla da nascondere e ti guardo negli occhi, chiunque tu sia……lei invece sembra preferire altro…..parla ma lo sguardo è puntato altrove…forse è ancora offesa x essermene andato lo scorso aprile…..posso farne decisamente a meno, esco dalla conversazione e vado a farmi un bel bicchiere di bianco e sparare due cazzate allo chef…..il vino è ancora freddo e scende molto bene…..

Elba

La volontà di non fumare vine sconfitta da un nervoso che mi fa muovere con velocità viscerale le mandibole e di conseguenza grignare i denti che solo una buona dose di nicotina riesce momentaneamente a calmare….Blue non mangia da un paio di giorni e ha la febbre e quando a un cane sale la temperatura corporea non si fa altro che andare a tentativi….sarebbe bello riuscisse almeno in parte a parlare, invece di appartarsi e guardarti con occhi pieni di tristezza, nascondendo pure del dolore del quale mai verrai a sapre l’entità….”…..Forse, dice il veterinario, è solo un’infezione dovuta al prolungarsi del ciclo, conclusasi appena una settimana fa….Oppure, nel peggiore dei casi ha ingerito un veleno x topi….e talvolta occorrono anche dei giorni prima che si manifesti e quando te ne accorgi è già troppo tardi….”…..Sti cazzi….rimani sempre a bocca aperta davanti a queste parole, tralasciando poi un ma, se, allora….”…..Le somministro un antibiotico, in più compra anche delle vitamine K che sono quasi un antidoto x il veleno, praticamente bloccano l’insorgenza di possibili emorragie….”….Parla con molta calma, mentre io sono un misto di pensieri, nervoso, agitazione e forse incredulità, fino a poche ore fa era vispa e allegra come sempre….”….Chiamami domani, mi dice e se la situazione precipita fallo pure anche stanotte….”….Guardo blue è proprio abbacchiata, si muove con fatica e con poca voglia…..come il padrone….

Elba

Ancora sms da parte di Jessika, poco rassicuranti sulle condizioni di salute del babbo….Dice…Sono qui a fare notte. Oggi a casa ho provato a dormire ma non ci sono riuscita…Ora papà ha appena avuto sforzi di vomito come a casa….Aveva le lacrime agli occhi….Ho una paura tremenda che muoia quando ci sono io….Settimana prossima dovrebbero spostarlo all’ospedale vicino casa…Quell’intervento riguardo al drenaggio, non si farà….troppo perocoloso, rischio emorragia….fegato ha troppe metastasi e comunque potrebbe solo risolvere il problema solo momentaneamente….Hanno detto che non sta soffrendo e che piano piano entrerà in uno stato di di semicoma, addormentandosi serenamente…Lo spero tanto…non voglio che soffra….Penso sia invecchiato di 20 anni….ne dimostra molti di più…che pena mi fa….Oggi la febbre non ce l’ha più….hanno detto che la bilirubina è scesa….addirittura andava bene….Che malattia di merda….Gli hanno sospeso il farmaco oncologico xchè come dice il primario può avere un effetto troppo pesante x lo stesso fegato….Sembra ubriaco quando parla, mi sa che è in stato confusionale….Respira con affanno….Stasera la notte la fa mia sorella….meno male xchè la notte scende sempre la paura….Infatti mi ha già mandato dei messaggi che il papà si agita, che mi cerca….L’altra notte mi ero addormentata e il papà mi cercava con la mano e poi mi ha chiamata….quindi si ricordava che ro lì….Sono stanca….se lo avvicinano a casa dovrò vedere come va….mia madre da sola non ce la fa, x ora è forte, ma quando non ci sarà più il mio papà sarà persa…..Ha sempre voluto fare tutto lui…preoccuparsi x tutti….I’m very tired….

Pablo Neruda

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.

 

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e’ infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza
per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.

 

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

 

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.

 

Soltanto l’ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una
splendida felicita’.