Elba

Una signora mi chiede di poter pranzare fuori….”…..C’è un bel sole, dice, a Milano stamani erano meno 1…..”…..Cosa cazzo me ne frega della temperatura mattiniera di Milano, quello che mi infastidisce è il fatto che fuori c’è vento e sono appena rientrato al lavoro dopo 4 giorni di una influenza che mi ha troncato le gambe, una legnata che mi tolto le poche forze rimaste, erano anni che non faticavo così x riprendermi, sarà anche l’età come qualcuno sussurra, ma essere al lavoro è già un miracolo ed ora entrare ed uscire dal ristorante x questa avventata che sono settimane che non vede un raggio di sole, mi fa girare i coglioni, rischio di prendere una botta di vento che mi spedirebbe di rifilata a letto…E al proprietario più delle mie condizioni, sembra interessare la mia presenza, xchè mi sono presentato con una faccia che faceva paura pure al cane….Ho delle borse intorno agli occhi che sembra la foto segnaletica di qualche tossico appena fuggito dal carcere…..Ti preoccupi x non lasciare nella merda gli altri e poi nella merda ci rimani te….bisognerebbe avere un pizzioc in più di egoismo, xchè tanto l’altruismo non paga, sul lavoro proprio non paga….Il week end è finito comunque e se possono andà tutti affanculo….

Firenze

Dopo 24 ore di cucina su 36, mi dicono di provare in sala….”…..Sti cazzi….che pensiero gentile…..non c’era serata migliore…..e sempre x le fatidiche 40 euro giornaliere….”….Neanche il tempo di fare una doccia che mi ritrovo con un tavolo di compleanno da servire….Una quarantina, menù fisso, due antipasti, due primi, un secondo e la torta finale….Una cazzata….se non fossero x i 22 scalini che separano il piano terra dal seminterrato….ecco xchè gli altri camerieri sono di festa….22 scale che moltiplicate x un centinaio di volte….diventando una cifra improponibile dopo essere già a pezzi….dopo la torta e le decine di foto e selfie della festeggiata, (si chiama Elsa come il cane che aveva massimo nel chianti) fai pure fatica a passare e loro non curanti, faticano a farti passare, ti senti invisibile, del tutto estraneo all’evento e li vorresti prendere a calci nel culo ma non hai, ne la voglia ne la forza di reagire….rimani come un cretino in una sala vuota e quasi devastata dalla festa, con bicchieri e bottiglie ovunque e quella montagna di scale alle tue spalle ancora da scalare, più volte, prima di finire ko e raggiungere strisciando il letto di casa…..

Elba

Una personale fotografica che ho inaugurato ieri grazie all’amica Silvia….e soprattutto grazie a Jessika che continua a spronarmi anche nei momenti bui dove non ho assolutamente voglia di fotografare, figuriamoci di esporre….Comunque è andata abbastanza bene, anche se, come già sapevo, tutti gli amici più cari, anzi i conoscenti più cari, xchè gli amici con il tempo si sciolgono come una candela al vento, non si sono presentati….qualcuno si scuserà con un….mi sono dimenticato….avevo da fare…..alla fine un impegno mi ha bloccato…..qualcun altro invece non avendo ricevuto l’invito personale mi risponderà con un….ma non mi avevi invitato….peccato….x loro….

Ejay Ivan Lac

Quando guardi una fotografia non vedi solo uno scatto, ma la capacità che ha l’uomo di riuscire a fermare il tempo, con una semplice creazione, la fotografia ferma i secondi, ferma il momento, cattura le emozioni, perché la nostra esistenza è una lunga pellicola, e possiamo fermarla quando vogliamo per riguardare le scene migliori.

Elba

La nonnina se ne è andata…x sempre…si è spenta ieri pomeriggio dopo un periodo nel quale aveva smesso di mangiare, di bere, di parlare, di sorridere, di vivere…è sembrato che il suo unico obbiettivo in questi ultimi anni, fosse solo quello di arrivare a cento anni…raggiunto  quello si è lasciata andare, consumare come una candela, lentamente, nel suo vecchio letto, circondata dall’affetto dei figli, dalle vecchie foto del nonno in bianco e nero, dall’effige di alcuni Santi e santini che parevano pregassero x lei…in quella stessa stanza dove è vissuta x oltre 80 anni, dal giorno del suo Matrimonio…sono andato a trovarla lo scorso martedì…l’ho baciata sulla guancia, le ho accarezzato quella pelle priva di rughe, da far invidia a qualsiasi altra donna…l’ho chiamata…nonna…nonna…si è voltata, mi ha guardato senza dire una parola…lo sguardo perso nel vuoto, il respiro affannoso…dagli occhi si leggeva la sua stanchezza, non cercava altro, che solo un meritato riposo…

Elba

E’ un buon momento x la fotografia…sono usciti nuovi lavori e tornare ad essere cercato nonostante non sia sceso a compromessi e non abbia cambiato la mia idea di lavoro, la mia idea di fotografare, senza vendermi solo x raccattare dei soldi…mi rende, quasi felice…dico quasi, xchè avrei bisogno di aggiornare le mie attrezzature…di comprare una macchina nuova con un buon obbiettivo, qualcosa di più professionale che mi permetta di accettare anche qualche lavoro più delicato, di precisione…e c’ero quasi riuscito…bastavano poco più di 3000 euro…ero ad un passo da cliccare su un sito e farmi spedire il tutto…poi è arrivata la mazzata di Apollo che mi ha portato via quasi la metà dei soldi, qualche altro debito in sospeso e voilà tutto è sfumato in pochi giorni…Oggi intanto sono 19 anni che mio babbo ci ha lasciati…sembra ieri…mi è mancato nel momento più difficile…nel momento di una maturazione che tardava ad arrivare e che avrei voluto fosse lui con la sua calma, la sua pazienza, il suo insegnamento a farmi raggiungere….Parlava poco, l’indispensabile, ma era un male di famiglia, xchè mio nonno era ancora più chiuso di lui…e forse x questo, si è portato via con sè, tanti, troppi segreti…avrei voluto, come figlio, sapere di più…ricordo solo, qualche mese prima della sua morte, mi chiese di trovare una scusa x far allontanare mia mamma da casa xchè da lì a poco sarebbe arrivato l’ufficile giudiziaro a pignore i mobili…sapevo che non si stava navigando in ottime acque, ma non credevo di arrivare a tanto e lui era riuscito comunque a nascondere tutto senza mai aver perso un attimo di pazienza…e mentre loro facevano la conta del valore da pignorare, si avvicinò, mi mise una mano sulla spalla e disse…”…Mi raccomando…non dire nulla e stai vicino a mamma, avrà bisogno di te…”…

Machu Picchu

Finalmente si raggiunse la vetta, da dove iniziava la fila x l’ingresso giornaliero…20 dollari…diceva una scritta, mentre una diecina di bambini, girava intorno ai cancelli, in cerca di scarpe da lustrare ad un dollaro il paio…Mi sentivo come un bambino all’ingresso di Gardland…ero lì a poche centinaia di metri dal tanto sognato Machu….Appena entrati, mi diressi verso l’alto a fare delle foto, era ancora il periodo dell’analogico e si doveva tener conto delle foto scattate, che tipo di rotolini avevi con te, se a colori, diapositive, in bianco e nero…avrei voluto scattare a volonta’, rimasi seduto a contemplare, la citta’ sotto di me e il Picchu sullo sfondo….quel profilo visto e rivisto sui libri insieme ad alessandro….Scendendo sul lato meridionale delle mura, nel punto in cui terminava una strada pavimentata che si dirigeva verso sud e collegava Machu Picchu con tutta una serie di cittadelle, si trova la porta del Re sole e poco distante il Torrione o Tempio del Sole, un edificio del cosiddetto Gruppo Militare, che probabilmente non ha mai avuto un tetto, cinge con un tratto di muro semicircolare la sommita’ di una roccia levigata, usata come altare nelle cerimonie dedicate al sole…Sono molte infatti, le zone della citta’ dove si possono trovare postazioni dedicate all’astronomia o al culto del sole…nel punto più alto di Machu Picchu si trova l’Inti-huatana o ” Luogo dove si lega il Sole ” tagliato nella roccia viva…la colonna al centro, a forma di tetraedro, serve da gnomone e permetteva agli Inca di conoscere l’altezza del sole e quindi di calcolare l’ora, le stagioni, i solstizi, gli equinozi in base alla lunghezza dell’ombra gettata…ai piedi della scala d’accesso all’ Inti-huatana, si trovano il Tempio Principale e il Tempio delle tre finestre…In fondo alla citta’ iniziava una nuov a scalata x arrivare in cima al Picchu….dopo un breve e comodo sentiero, si cominciava a salire, ancora tante e tante scale, senza nessuna protezione…”….Io mi fermo qua’, disse Max, soffro di vertigini e mi sto’ gia’ cacando addosso…”….Non provai neanche a persuaderlo, xche’ facevano paura anche a me…in alcuni punti bisognava salire a gattoni, xche’ le scale si stringevano e sulla tua sinistra c’era il vuoto…si stringeva davvero il culo…ricordo che avevo la maglia completamente bagnata di sudore e sembrava che le scale non finissero mai…Trovavi poi, sempre qualche stronzo che stava discendendo e che quasi rideva nel vederti in difficolta’…sembrava dire…vai vai, hai da soffrire ancora…più di una volta avevo pensato di rinunciare, avevo ancora il mal di gambe della scalata mattutina, ci mancava anche questa… e pensare che ne avrei fatto volentieri a meno…fù Max ad insistere x andare fino alla vetta…affanculo Max…andiamo andiamo….e poi mi hai cacato da solo…Sotto lo spettacolo era immenso, la citta’, la valle, il fiume, le strade, tutto si allontanava da te e si apriva ai tuoi occhi….mi fermai a scattare, ma tirava vento ed ero completamente zuppo…un altro tratto di scale a gattoni e finalmente si intravedeva la vetta…l’importante era raggiungere un posto più ampio, più sicuro, dove potersi rilassare…lo raggiunsi poco dopo, dove trovai un gruppo di ragazzi Americani molto più rilassati di me….stavano fumando un bel cannone d’erba…