Elba

Le due ragazze che sono in sala con me sono completamente diverse….una magra e bionda, l’altra mora e cicciottella….la seconda, calma, precisa e razionale….la prima l’esatto contrario, in più non ne vuol sapere di ascoltarmi, qualsiasi cosa le dico è come parlare al vento, non la smuovi e se alzo la voce sui suoi ripetuti errori, corre a piagnucolare dal Direttore…..che se ne vada affanculo e che finchè continuerà a leccare dovrò far finta di niente e far scorrere tutto come viene, viene….in fondo con quei babbei dei principali c’è ben poco da sperare….incocludenti, inesperti, molto falsi….c’è voluto ben poco x capire di che gente si tratta….

Pablo Neruda

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.

 

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e’ infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza
per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.

 

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

 

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.

 

Soltanto l’ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una
splendida felicita’.

 


Chianti

Sono io che non riesco a rapportarmi con gli altri…Così mi è stato detto ieri sera dopo una violenta discusssione con lo chef…Chef al quale ho perdonato molti errori, con il quale non ho cercato scontri, ho chiuso gli occhi di fronte ai suoi innumerevoli ritardi….ma al quale poi non posso non rispondere se mi manda in sala con dei piatti che fanno cagare…Oltretutto se poi prendi le tue difese attaccandomi con qualcosa di vecchio, che probabilmente posso aver sbagliato in passato, ma che non ha nulla a che fare con i problemi del momento, dimostri di essere solo un falso, di non saper prendere le tue responsabilità…solo dopo essersi vomitati il peggio addosso, allora si riesce a dire…ho sbagliato…mai prima…prima bisogna far passare da stupido il cameriere di turno…soltanto che con me ha sbaglato persona…Dovrei essere solo più cinico, menefreghista, infischiarmene di come lavorano i santoni della cucina…invece ci metto l’anima, il cuore, tutta la passione che mi porto dietro in questa merda di lavoro e lo prendo sempre nel culo…