Londra 1989 parte diciassettesima

Arriviamo a casa e sono già tutti sbronzi. Musica a palla e dall’esterno una lunga scia di fumo certifica che stanno grigliando a tutta randa, usando un termine dei velisti. Carlo dico, mi sembra ci sia stato un rialzo di qualche kilo, qui invece di 65/75 si viaggia sui novanta. Che vuoi che sia risponde, kilo più kilo meno, tanto poi loro ti portano a letto e domani mattina manco ti riconoscono. Cioè fammi capire io mi scopo una di queste e domani mattina mi guarda e mi dice Chi cazzo sei? Mica sono venuto a cercare l’amore ma almeno un po’ di dignità, solo per il sacrificio che fai. Loro sono così, ogni domenica si scopano uno nuovo senza farsi tanti problemi. Passa una bionda, pure baffuta che mi fa l’occhiolino. Questa Carlo, da quanto tempo e’ a Londra? Diciamo in tre anni. Bene non c’è male…4 al mese se non si scopa nessun altro durante la settimana, moltiplicato per12, fanno 48 e poi moltiplicato per 36. Non male come media. Ripassa e mi da un bacio sulla guancia, una sua amica con un vestitino che mette in risalto quintali di cellulite le sussurra qualcosa nell’orecchio sinistro. Lei scoppia a ridere mettendo in mostra la mancanza di un incisivo. Sembro io a 5/6 anni quando stavo perdendo i denti da latte. Vado fuori a mangiare qualcosa, la’ trovo l’omino Michelin che sta grigliando, bevendo e fumando, tutto insieme. Mi saluta e mi presenta Gin un Nuovo Zelandese, lo chiamano così perché beve solo gin and tonic…si dice faccia la cavia per un reparto dell ospedale di Paddington dove sperimentano nuove medicine. 100 sterline al giorno e ci puoi rimanere fino a 15/20 giorni. Ha le braccia e il collo ricoperti di macchie rosse, il volto allungato è invecchiato precocemente e dimostra più dei suoi 30 anni. La barbetta che gli ricopre il mento è già leggermente brizzolata. Gli occhi color sabbia cauti e quasi pensierosi. Sarà il mix gin, birre e medicine a renderlo così cupo. Mi siedo prendo un panino con salsiccia e mi bevo un’altra birra. Questa ripassa e mi ribacia. Quasi quasi preferisco il padrone di casa, mi fa quasi meno schifo. Carlo dico, io stasera torno a casa, preferisco. Dai Toscano risponde intanto beviamo poi si guarda cosa succede. Nel bagno un via vai di coppie, da come le donne si puliscono la bocca quando escono si può immaginare cosa sia successo dentro. Il ragazzo alla griglia da un’occhiata alla brace, sembra barcollare ma poi tira giù un’altra birra e scuote la testa. Sono già tutti più ubriachi di quando sono arrivato, tutti cantano e ballano senza sosta, tutti meno io che non me ne frega un cazzo di bere fino allo sfinimento per poi magari trovarsi con una di queste belve sopra che ti abbraccia il collo e te lo scuote come un manichino. Sono quasi le sette, l’ora giusta per andare. Sarò un pazzo, ma essere se stessi è una virtù esclusiva dei bambini, dei matti e dei solitari.