Londra 1990 parte ventiduesima

Torno a casa, anche qui ultima notte….ti pareva….sono state giornate difficili, di tedio, di pena, di un’angustia di vivere che non mi sembrano intollerabili solo perché riesco a tollerarle. Lui non c’è, meno male. Mi chiudo dentro e stappo una birra. Ancora su e giù per la stanza come tutte le altre volte. Meglio avvisare Carlo. Esco e dal telefono di fronte la porta lo chiamo. Risponde una voce femminile….hello…May I speak to Carlo please? Dico…Of course. Lo sento chiamare ad alta voce…Carlo.,.yes…risparmiati l Inglese, sono io… È andata, non ti spiego come, tanto non farebbe nessuna differenza ma ho perso la stanza. Immaginavo, risponde, e ora dove andate? Devo scegliere fra l Hilton ed il Savoy….Sempre il solito Toscano, riesci ad ironizzare anche nella merda fino al collo. Ho trovato iun albergo  a Paddington ci muoviamo domani mattina, fammi un piacere avverti che non vengo al lavoro….sai il trasloco richiede tempo…Infatti con tutta la roba che hai, risponde…ok stai tranquillo che tutto si risolve, spero. Grazie… non riesco a dire altro, sbatto la cornetta sul telefono e vedo accendersi la luce nella stanzetta. Affanculo…torno dentro e incomincio a preparare lo zaino, ci metto pure due piatti, due forchette, due coltelli ed un pentolino che ha già il manico mollato. In hotel ‍non avremo niente, ne piano cottura, ne frigo, magari però in qualche Charity shop riuscirò a trovare un fornellino  da campeggio, almeno per cucinare un piatto di pasta o due  noodle cinesi. Cazzo, cazzo, cazzo….sono un cretino ma L impulsività è sempre stata in mio difetto. Quando non ragiono esce sempre il peggio di me. Sin fa quando sono arrivato a Londra mi hanno sempre detto che i primi mesi…sarai sempre con le valigie in mano…infatti fra prima e dopo sono stati più di due anni di traslochi, solo gli ultimi 5 sono rimasto nel solito posto, Brixton, all’epoca una delle zone più povere e pericolose del sud di Londra ed abitata solo da persone di colore, eravamo veramente in pochi con la carnagione chiara. Con Max avevamo nascosto un bastone fuori della metro che ci portavamo fino a casa….fra quelli che ci chiedevano soldi e qualche colpo di pistola ogni tre per due, il tragitto di ritorno specialmente di notte, era un’impresa, poi come si dice ci si abitua a tutto e pure noi ci abituammo alla situazione, quando non sparavano eravamo perfino preoccupati. Oggi invece, 30 anni dopo, è  diventata una zona cult per tutta Londra, Sento un brusio di voci venire da fuori. È il Framcese che sta parlando con il padrone. Mi siedo sul letto ed aspetto che arrivi. Appena entra lo guardo dalla sinistra verso l’alto….Luca qu’ est ce, qu’ est …lui mi chiede…Luca qu’ est ce que est ce …Ce la vie…rispondo…Un deux, trois, quatre, cinq, apres je, je alzo la mano destra con il pugno chiuso…Lui tout le jour…Luca, Luca, la bier, le cigarettes….escuse moi escuse moi Francois je suis ete stupid. Sono incazzato nero, farei di tutto meno che parlar francese e dover spiegare come è andata. Meno male la prende bene, si siede sbuffa qualcosa ed inizia a mangiare quelle porcherie di formaggi. Un bier a chiedo. Oui Oui risponde. Beviamo e brindiamo all’ennesimo mio insuccesso. Francois dico tu prendre le deposit cent e quarante pounds dal frocio, sava? Je vondrei ma…Capisce ed esce a chiedere il deposito che avevamo lasciato all’inizio. Torna con i soldi, non voglio la mia parte, ci pagherà la sua per l’hotel. Mi dice che lui gli ha detto che un gay può dare ad un uomo tutto quello che quell’uomo desidera .Beata ignoranza rispondo. Mi sdraio, lui continua ad ingurgitare i formaggi, chiede se ne voglio. No Merci Francois. Oramai si è pure abituato al soprannome, Jean Ive il vero  nome è acqua passata. Fuori piove, amo la pioggia specialmente quando sono a letto….