Renato Curcio

Non consiglierei a nessuno di essere come me: troppo fiducioso, ingenuo, spontaneo, impulsivo. Desidererei guardare le cose secondo la loro misura, senza il bisogno di ingigantire sempre tutto. Perchè, per quelli come me, è un guaio. Quelli come me, e non consiglio di esserlo, si sentono mancare l’aria ogni giorno per un’attenzione in meno, per una carezza in meno. Quelli come me sopportano e si sentono tutto l’amaro dentro. Quelli come me implodono ogni giorno e poi mostrono il loro più bel sorriso. Quelli come me sono difficili, complessi, inseguono sogni immaginari. Parlano da soli nel silenzio nel silenzio della notte, sperano e hanno gli occhi lucidi al sorgere di una nuova alba. Quelli come me sono così: forti nel corpo da possedere la fragilità dell’anima. E fanno finta di credere alle bugie, alle speranze, ai sorrisi di circostanza quelli come me. Ma più di tutto li riconosci dagli occhi. Sono il portale della vita, sono pensieri, parole, cuore, felicità, chiarore, buio, ansia, malinconia. Quelli come me quando amano, amano forte, si svelano, si spogliano, si riconoscono. Hanno un cuore troppo grande e colmo di cose amabili. E danno, danno troppo. Hanno mani fiduciose, sguardo perso, sempre alla ricerca di qualcosa e quel pizzico di malinconica allegria che profuma l’anima.

Charles Bukoswsky

Ho più simpatia per il Diavolo che la gente brava. Mi sembra più interressante.

Pasolini

Del resto c’è da chiedersi cos’è più scandaloso: se la provocatoria ostinazione dei potenti a restare al potere, o l’apolitica passività del paese ad accettare la loro stessa fisica presenza.

Raymond Carver

E ricordate anche quella parola poco usata che è oramai sparita dall’uso, sia in pubblico che in privato: tenerezza. Non potrà farvi male. E quell’altra parola: anima – o chiamatela spirito, se preferite, se vi rende più facile rivendicare quel territorio. Non scordatevi neanche quella.

Elba

Il pannolone è diventato il momento clou della giornata…tira più a destra, più verso sinistra….tira in su, non lo lasciare andare e allaccia subito le linguette dalle parti…mia mamma ha preso le misure e i comandi in mano….io non posso che eseguire anche se talvolta mi fa incazzare come una bestia…non si può essere precisi quando metti su quel mega assorbente o almeno, ci sarà pure una maniera più semplice della mia che comunque posiziono con lei in piedi, soltanto che nel momento che allaccio da una parte mi cede dall’altra….miglioreremo…Il lavoro gli ultimi mesi è stato più uno svago, uno stacco che altro…qualche ora il pomeriggio a giorni alterni, essendo all’aperto, condizionato dal tempo…Ora le giornate cominciano pian piano ad allungare, la luce sta cambiando, le temperature non sono ancora gradevoli, ma Gennaio e Febbraio li sento come i mesi che ci conducano alla primavera e sembra di avere l’inverno ormai alle spalle, di aver scollato la cima ed iniziato la discesa….Ma con questo cazzo di Covid mi sembra un copia ed incolla dello scorso anno, è già iniziata la zona gialla, arriverà l’arancione e prima che inizino a rompermi il cazzo, chiuderò…a meno, ma non sembra, di un calo dei contagiati. Intanto mi alleno da badante, non si sa mai, potrebbe tornare utile.

Londra parte trentaquattresima

Non ho mai capito perchè tutti gli Indiani che ho conosciuto a Londra si chiamassero Patel…Il dentista di Kilburn si chiamava Mr. Patel…quello dove ho trovato casa con il Francese e Giovanni, pure….anni dopo anche il proprietario della casa di Brixton si chiamava Mr.Patel….coincidenza, non lo so, forse era solo un semplice modo per farsi riconoscere, visto che a Londra è facile avere diverse identità…Comunque un soleggiato pomeriggio di Aprile andai con Giovanni a vedere quello, che poi per qualche mese sarebbe stato il nostro futuro domicilio. Futuro perchè nonostante aver pagato deposito e una settimana in advance, si dovette aspettare una diecina di giorni prima di traslocare. Non era altro che un vecchio garage, dieci minuti dalla fermata di Islington, con un soppalco, due materassi, senza letto, senza armadi, che avrei diviso con Francois e una grossa stanza sotto con cucina, una vecchia tv che prendeva a malapena due canali della BBC ed Chanel four che però era solo il terzo, un divano da paura ed un letto dove avrebbe dormito Giovanni….Una doccia e il bagno, cioè il water, manco c’era il lavandino, avremmo usato quello di cucina, esterno…Eravamo già a metà Aprile, perciò andar fuori per pisciare e cacare non sarebbe stato un problema. Giovanni sembrava il più contento di tutti, il Francese lavorava sei su sette dalla mattina alla sera e non aveva grosse esigenze, un materasso tutto per lui lo soddisfava abbastanza….Giovanni dicevo, ti fai mantenere da una zoccola, sei da lei gran parte della giornata, tranne quando ” lavora ” che vieni a fare con noi, ti accolli spese inutili…Non lo so, risponde, però sai mica può andare avanti questa storia, lei è tranquilla, dice anche di amarmi, di volermi sposare, di volersi rifare una vita con me, ma io sono già sposato con i miei vizi ed ognuno di loro è un amante geloso….sorride…questa sorta di pseudo magnaccio non me la sento addosso…Ci divertiamo insieme, però cazzo quando vengo via da casa la sera, talvolta mi metto dietro una siepe a guardare chi va a trovarla…li ammazzerei tutti…bastardi….Osservo un auto che si allontana, il sole iniziava a calare, la luce del giorno cadeva sugli edifici alla nostra destra, sollevando veli d’ombra che lentamente si impossessavano della strada…Teniamo duro, dice Giovanni, abbiamo ancora dei giorni prima di trasferirci qui…passa l’autobus che ci porterà alla metro di Islington…il bello di quel periodo era che durante il giorno viaggiavano molti bus aperti sul posteriore ed anche se non eri alla fermata iniziavi a correre e salivi al volo…ridendo…

Londra 1990 parte trentaduesima

Il prima e il dopo….Il prima con Carlo a Londra fu a dir poco fantastico…Entrambi lasciammo il Mac e lavoravamo a tempo pieno con le agenzie di catering. Si girava Londra da nord a sud e da est ad ovest…tutti i migliori hotel e tutti gli eventi più importanti. Concerti a Wembley, gli Mtv awards, le famose corse ippiche di Derby ed Ascot, dove le donne fanno a gara a sfoggiare il cappello più stravagante, tutti i meeting più strani che ci potevano essere nella City, la noia non ci faceva di certo compagnia, e stare tutto il giorno fuori casa mi aiutava perchè ancora non avevo trovato nessuna stanza. Con il francese dormivamo in un basement di Royal Oak, occupato da una coppia di Italiani che si erano presi la matrimoniale ed affittavano a disperati come noi e a modici prezzi, uno stanzone dove c’erano solo dei materassi e qualche cuscino. Dovevi obbligatoriamente lasciare le valigie intatte, lasciando in uno zaino l’occorrente per una doccia ed il cambio di vestiario. Per il lavoro non era un problema, perchè usavi sempre pantaloni neri, che duravano settimane, in molti hotels ti davano una giacca bianca coreana, in altri dovevi usare un gillet con cravatta e molto spesso con una diecina di sterline ed un paio di canne, l’addetto alla lavanderia ci passava le camicie dei dipendenti, perfettamente pulite e stirate che poi restuitivamo a fine servizio. Ho sempre amato il baratto dicevo al Milanese…Come cazzo fai a saperti intrufolare così nei posti di lavoro….rispondeva….Esperienza sul campo Milanese….Rideva….rideva sempre…Le settimane passate fra bus, tube, hotel ed altro lo avevano caricato, il Mac ci stava spegnendo….Se ti comporti bene gli dicevo una volta che viaggiavamo verso Heatrow, ti promuovo assistant manager….E di chi rispondeva….Io ovviamente, Milanese…Dovresti venire da noi a casa, non puoi continuare a stare in quel tugurio, se arrivi tardi ti tocca pure il pavimento…Lo so, grazie, ma non posso lasciare il Francese da solo. Era così contento della stanza trovata dal frocio, se non fosse stato per me sarebbe ancora là…Vedrai uscirà qualcosa, intanto fammi tirar sù dei soldi che fra anticipi e depositi ci vuole una bella cifra….L’unica cosa positiva del tugurio è che ha il telefono e la mattina con Giovanni non facciamo altro che chiamare. Sembra che ci sia una specie di garage vicino Islington, il propretario è un Indiano, almeno lui parla un Inglese comprensibile, se becchi lo slang puro meglio tirar giù la cornetta e passare avanti…Comunque lunedì prossimo lo richiamo ed incrociamo le dita, mi basta un letto tutto mio, una doccia, qualcosa per cucinare e che non sia troppo freddo. Stiamo arrivando ad Heatrow, sembra che stasera ci sia una festa di una famosa squadra di calcio della Premier League, ospite d’onore Phil Collins…si berranno l’impossibile…Domani mattina non abbiamo preso nessun impegno, ci uniremo dalle quinte…

Elba

Talvolta ricordare le persone a noi vicine che in modo o nell altro se ne sono andate per sempre, può far correre il rischio di essere ripetitivo, di volersi piangere addosso, di non essere capaci di dimenticare….ognuno di noi si porta dietro la sua di sofferenza, qualcuno non la vuol neanche condividere, altri ne parlano tranquillamente, altri invece si emozionano anche a distanza di anni. Io ne ho passate così tante e non saprei dove classificarmi, però ieri erano 26 anni che la mia sorellona non c’è più, inoltre essendo seppellita in Spagna, non ho niente vicino dove poterle portare anche un semplice fiore. Mi manchi, mi manca tutto ciò che sarebbe potuto essere con te e il vuoto invece lasciato senza di te.