Londra 6 novembre 1989

Paradossalmente Tottenham Court Road è stata la mia salvezza. Se mi fossi fermato a Victoria Station non so come sarebbe andata. La stanza è piccola ma ha tutto ciò che hai bisogno. Una bella doccia, un bel letto e pure la tv che ritroverò solo nel prossimo maggio, nell ennesimo trasloco con ancora il Francese a carico. Mi sdraio ma non funziona, la paranoia la fa da padrona. Inizio a camminare su e giù per la stanza, conto i passi dalla finestra alla porta e dal letto al muro. Uno, due, tre, quattro, cinque. Uno, due, tre. Sembro un detenuto appena rinchiuso in cella. Non so cosa fare, non so cosa pensare e soprattutto da dove iniziare. Di sicuro lascerò la stanza domani mattina, poi il destino faccia il suo corso. Un’ora dopo decido di uscire. Sono quasi le 11 i pubs chiuderanno a momenti, rimangono aperti i negozietti dove mangiare un panino e bere esclusivamente analcolico. Decido di andare verso Trafalgar Square, mi faccio un giro intorno alle fontane e agli enormi leoni posizionati ai lati. Dalla strada arriva un forte odore di cipolla, sono gli ambulanti che con dei carrelli di acciaio servono hot dogs ed hamburger. Mangio un hot dog e torno indietro, ho paura anche di perdermi anche se Tottenham C.R. Finisce proprio a Trafalgar pertanto basta fare percorso inverso. Mi fermo da un indiano e bevo una coca, la trovo un tipo strano che inizia a parlare. Lo stoppo subito. I’m Italian dico I don’t understand you. Lui non si perde d’animo e con una calma assoluta mi chiede se sono qua per lavoro o per vacanza. I want to work rispondo ma….Mi spiega che a circa 600 metri da qui sempre sulla Tottenham c’è un’agenzia di Italiani che ti aiutano a cercare lavoro e casa. Non so se ho capito bene e me lo faccio ripetere più volte, lui risponde sempre si con la testa, mi bevo un’altra coca e ne offro una pure a lui. Ci fumiamo una sigaretta e mi sembra di essermi appena svegliato in un altro mondo. Se è vero sono a cavallo, speriamo non sia il solito fuori di testa che incontri appena arrivato in una città nuova,. Comunque mi sembra una persona tranquilla e non credo avesse motivo di dirmi cazzate. Torno in albergo e mi guardo anche la tv, non capisco niente ma sono così felice che vorrei fosse già mattina. Appena sveglio faccio una colazione abbondante, mangio tutto, uova, bacon, funghi, scrambled eggs, pane e marmellata, torno in camera una doccia e via mi incammino dove mi ha detto il tipo ieri sera. Ad un certo momento sento parlare Italiano, sono dei ragazzi romani che discutono fuori una porta che da sulla strada. È qui chiedo che c’è un’agenzia per lavoro? Si risponde uno di loro, ma stai all’occhio che questi te vogliono frega. Ok rispondo e comunque salgo su a vedere. Sopra trovo una stanza molto modesta dove sono seduti diversi ragazzi che stanno compilando dei fogli. Mi volto e un tipo da Romanzo Criminale mi chiede se sono Italiano. Si rispondo, perché cambia qualcosa se non lo sono? No risponde un te devi preoccupa, basta che fai a tessera e pensamo noi a tutto. So 50 per la tessera di socio poi un altre 50 che te trovamo casa e lavoro. Ammazza rispondo e la tessera a che serve se poi si paga tutto? Se te va è così se no vai da un’altra parte. Scendo a fumare una sigaretta e ritrovo i ragazzi. Annamo dice uno di loro, annamo verso Piccadilly Circus che fra Chinatown e Soho c’è un certo Felix che ce fa spende meno. Li seguo senza dire una parola, scendiamo per Tottenham, giriamo verso Chinatown dove un susseguirsi di ristoranti espongono a vista sfilze di animali arrostiti e dove non ho mai capito se fossero cani, gatti, conigli, polli, senza testa e già cotti sono indecifrabili. Pochi minuti dopo e siamo finalmente da Felix.