Elba

Mattinata alquanto interessante….una bella visita all’ospedale, dove a mia mamma veniva curata la gamba, nella speranza che questa benedetta ulcera si chiuda definitivamente e possa intraprendere la via delle analisi e prove varie, x essere pronta all’intervento dell’anca…..nonostante le corsie super affollate, il dottore è stato gentile e disponibile, rimandandola al prossimo 18 ottobre….subito dopo un’altra visita al cimitero da mio babbo, con saluto finale a chi, come dice mia mamma, non vedeva da tempo e che invece ha ritrovato qui fra i tanti marmi esposti al sole….”…..Ecco xchè, dice, non lo si vedeva più in giro…”….Questa nuova investitura da badante, mi toglie il tempo x cercare qualcosa da fare, anche se al momento di lavoro ce n’è sempre meno, in più mi toglie pure x quel poco che avrei potuto trascorrere con Jessika, specialmente la sera, x cena, dove ovviamente devo essere presente x cucinare e servire mia mamma….Mi ha colpito però la frase di un mio coetaneo, trovato x caso stamani al bar dell’ospedale mentre sorseggiavo un tremendo caffè macchiato….”….Non faremo mai abbastanza, x tutto ciò che hanno fatto x noi….”….

Tiziano Terzani

…..Io ero felice….la casa era sull’acqua, come l’indovino di Hong Kong aveva suggerito che fosse…e la tartaruga, x me che ho vissuto tanti anni fra i Cinesi, era la simbolica quintessenza di una forza positiva. La leggenda vuole che una tartaruga possa vivere secoli ed è x questo che i Cinesi hanno da sempre messo sul dorso di grandi tartarughe di pietra o di marmo le steli con gli editti dei loro imperatori. Nella tradizione Cinese poi, la tartaruga ha un altro grande valore; è il simbolo del cosmo. La parte inferiore del guscio è un quadrato, la terra; quella superiore è un globo, il cielo. La tartaruga dunque racchiude in sé la totalità di spazio e di tempo e, siccome chi domina questi due elementi può capire il passato e leggere il futuro, la tartaruga è stata da sempre utilizzata nella divinazione. La semplice forma della tartaruga ha affascinato i Cinesi che in quella misteriosa combinazione di volumi e disegni geometrici hanno creduto di vedere sibillini messaggi lasciati loro dagli Dei…

Elba

Uno strazio durato 3 giorni, terminato solo dopo le esequie……Venerdì pomeriggio siamo accorsi tutti alla camera mortuaria, dove la salma del povero Marcello era ancora posizionata sul marmo, appena coperto da un telo bianco, in attesa dell’arrivo della bara, che sarà pronta solo in serata…..Sembrava che ancora dormisse, con addosso i vestiti della sera precedente, la faccia distesa, pacifica, tranquilla, sincera come quella che si è sempre contraddistinta con chiunque entrasse nel suo negozio di parrucchiere…..aveva sempre una buona parola x tutti, al contrario del luogo dove svolgeva il suo mestiere,  posti dove in genere c’è un elevato numero di pettegolezzi….ma da lui no, si parlava di tutto  ma in totale armonia e con tanta allegria, senza facili e insensati giudizi finali…..come avrebbe detto un certo Didier, della differenza fra la notizia ed il pettegolezzo…..La prima racconta in generale cosa fa la gente….il secondo come se la spassa…..Una grande persona che ci ha lasciato un dolore immenso e non in un giorno qualsiasi, dove tutti stavano celebrando l’arrivo del nuovo anno e dove lui invece ci ha voluto tirare lo scherzo finale….Te se nei andato come solo i grandi sanno fare e noi non possiamo che essere felici di avere avuto il piacere di averti conosciuto e di aver diviso tante belle giornate con te…..

Gennaio 2010 – Elba

Mio nonno lasciava sempre un bicchiere accanto alla sua bottiglia di vino rosso che teneva sul lato destro dell’acquaio, cosi lo chiamava nonna…un lungo pezzo di marmo, punteggiato di nero, al termine del quale, quello che oggi noi chiamiamo comunemente lavandino ed un rubinetto che erogava solo acqua fredda…Il bicchiere sempre macchiato dal colore forte del vino, che mio nonno produceva personalmente e solo x lui, non ne ha mai venduto un solo litro ed ai figli ne arrivava poco e di rado…”…La vigna, diceva, ne fa’ abbastanza, ma non ne avanza mai…io bevo solo quello, non vorreste mica che lo vada a comprare da un altro?….”….”….Nello, diceva mia nonna…tu bevessi solo il tuo…e quello che bevi all’osterie che frequenti il pomeriggio?….quello non lo conti?….”….”…Qualche bicchiere…Angiola…che vuoi che sia…mentre facciamo una partita a carte…”….”…Qualche bicchiere….l’altra settimana sei cascato due volte con il motorino mentre tornavi a casa…”….”….Il breccino…Angiola…lo sai…quando tocco quello con la ruota davanti…il motorino se ne va’….ed io vado giù x terra…”…Ormai era una vera e propria leggenda quella del breccino…Mio nonno non ha mai avuto la patente, il motorino, un garelli rosso, e’ stato il suo unico mezzo a motore…e quando alzava un po’ troppo il gomito, le succedeva spesso di cadere…tornando a casa si scusava sempre, menzionando il famoso breccino, il ghiaino che lo faceva scivolare…Potevi andare a trovarli in qualsiasi giorno dell’anno ma il bicchiere ed il vino erano sempre la’…Quella bottiglia di vetro con il tappo che si chiudeva a scatto, la stessa bottiglia che usavamo a casa x farci l’acqua frizzante, con le mitiche bustine di Idrolitina…La sera era diventato un vero e’ prorprio appuntamento…si faceva a gara x farla…anche xche’ in fondo, l’acqua del rubinetto non era un granchè…ed una volta versata la bustina…tutti a guardare attraverso il vetro, le bollicine che salivano in alto…

Agosto 2006 – Firenze

Dopo pochi giorni vengo dimesso dall’ospedale…Teresa insiste xche’ vada con lei nel Mugello, dove ha affittato un monolocale in collina…”…Un po’ di fresco, lontano dalla citta’ e…dalle tentazioni…sei in convalescenza, non te lo scordare…”….”….Ok…ma prima voglio andare a casa, vedere, sentire il mare…”….”…Sei stupido, non puoi ne’ guidare ne’ viaggiare….non vai da nessuna parte e ti ho gia’ nascosto le chiavi della macchina…”….Appena fuori chiamo il Bob…”….Vieni subito a prendermi…senza storie…portami a casa…sara’ solo x pochi giorni, poi devo tornare su’…mi stanno tutti addosso co’ sta’ cazzo di convalescenza…”….”….Ok..parto…ma Teresa?…si incazzera’…”….”….Ascoltami….a che cazzo servono gli amici…lei segue alla lettera quello che dicono i dottori…ma mandali tutti affanculo….vieni a prendermi…subito…”….In serata arriva a Firenze….”….Siete due disgraziati…ci dice Teresa….non puo’ viaggiare, e’ appena uscito dall’ospedale…rischia un’altra ricaduta…”….”…Staro’ attento, non ti preoccupare…”….La mattina successiva partiamo…e’ un caldo pazzesco…passo il viaggio con le dita sul polso a contarmi i battiti…Il Bob che mi guarda in continuazione…”…Se non te la senti…dice…torniamo indietro…c’hai un viso bianco che fai schifo…”….”….Vai vai e non dire cazzate…se ci devo lasciare le penne, meglio sia a casa….affanculo Firenze…”….In un autogrill esco di macchina, provo a camminare, ma faccio fatica…meglio non rischiare…troppo alta la temperatura esterna….”…Lo vedi…dico…neanche a camminare…che legnata…”….”….Non devi avere fretta dice il Bob….tornerai quello di prima…”….”…Lo spero…ma se non fosse cosi’….tirami una pistolata..”….ci fermiamo a Bolgheri, mangiamo qualcosa in un piccolo ristorantino appena dentro le mura…Nel pomeriggio siamo a casa, finalmente….passo velocemente a salutare Simona….fa caldo anche al cimitero….continuo a credere che tu non sia la’…che sei magari felice e sorridente, come ti ho lasciato, da un’altra parte del mondo, che continui a dedicarti alla pittura, alle foto e a tutto quanto riempiva le tue giornate…invece, solo un pugno di mosche in mano…una foto…su’ di uno squallido marmo bianco ….