Elba

La lavastoviglie fa un rumore tremendo ed i piatti che escono, vengono subito utilizzati dalla cucina con il risultato che appena li prendi dal pass ti si appiccicano sulle dita e se non corri subito al tavolo ti ustioni la mano…la sala è strapiena, come l’hotel ma il personale sensibilmente ridotto…sono 10 giorni che si corre come matti, colazione, pranzo e cena…il Maitre mi guarda, ha la faccia stanca, ancora più marcata dalle rughe che nel bene o nel male lo contraddistinguono…ha una vaga somiglianza con il primo Bond, il James interpretato da Sean Connery, il vestito e il papillon fanno il resto….”….Non ce la faccio più a fare questa vita, dice, meno male che lei ha finito, una rottura di palle in meno….”….Lei, è il secondo Maitre, quella che voleva farmi le scarpe, che ha fatto di tutto e di più x farmi scoppiare….ma è scoppiata lei…affanculo cretina…ho sopportato più del dovuto ma non volevo dargliela vinta, sapevo che prima o poi avrebbe sbagliato, avrebbe ceduto, troppo piena di se, troppa mania di protagonismo in un cervello che a malapena fa 2 più 2…ho spaccato più volte la mano contro il muro, mi sono sbattuto il vassoio sul petto, preso a calci quello che potevo x sfogare la mia ira, x sfogare ciò che lei alimentava di negativo in me, giorno dopo giorno…peccato che sia arrivato il suo di giorno ed anche se il Maitre, troppo bravo x dirle di no, l’avrebbe richiamata, la proprietà l’ha sistematicamente fatta fuori, x sempre…affanculo…cretina…

Cara – Lucio Dalla

Cosa ho davanti non riesco più a parlare
dimmi cosa ti piace
non riesco a capire
dove vorresti andare
vuoi andare a dormire.
Quanti capelli che hai
non si riesce a contare
sposta la bottiglia e lasciami guardare
se di tanti capelli ci si può fidare.
Conosco un posto nel mio cuore
dove tira sempre il vento
per i tuoi pochi anni
e per i miei che sono cento.
Non c’è niente da capire
basta sedersi ed ascoltare
perché ho scritto una canzone
per ogni pentimento
e debbo stare attento a non cadere nel vino
o finir dentro ai tuoi occhi
se mi vieni più vicino.
La notte ha il suo profumo
e puoi cascarci dentro
che non ti vede nessuno
ma per uno come me poveretto
che voleva prenderti per mano
e cascare dentro un letto…
che pena… che nostalgia
non guardarti negli occhi
e dirti un’altra bugia.
Almeno
non ti avessi incontrato
io che qui sto morendo
e tu che mangi il gelato.
Tu corri dietro al vento
e sembri una farfalla
e con quanto sentimento
ti blocchi e guardi la mia spalla.
Se hai paura a andar lontano
puoi volarmi nella mano
ma so già cosa pensi
tu vorresti partire
come se andare lontano fosse uguale a morire
e non c’è niente di strano
ma non posso venire.
Così come la farfalla
ti sei alzata per scappare
ma ricorda che a quel muro
ti avrei potuta inchiodare
se non fossi uscito fuori
per provare anch’io a volare.
E la notte cominciava a gelare la mia pelle
una notte madre che cercava di contare le sue stelle.
Io li sotto ero uno sputo
e ho detto “olé sono perduto”.
La notte sta morendo
ed è cretino cercare di fermare le lacrime ridendo
ma per uno come me, l’ho già detto,
che voleva prenderti per mano
e volare sopra un tetto…
lontano… si ferma un treno
ma che bella mattina
il cielo è sereno.
Buonanotte
anima mia
adesso spengo la luce
e così sia