Io – Marracash

Quante bugie che raccontiamo a noi stessi
Per sentirci al sicuro
Per sentirci protetti
O chi lo sa
Forse siamo bugiardi perché non ci hanno mai detto la verità
La verità non semplifica
La verità non si esplicita
Perché ci vuole coraggio
Per dire: “Sono un codardo”
Metti una maschera sopra la maschera che già ti metti ogni giorno
Con questa macchina e l’attico è un attimo che non sai più chi c’è sotto
In casa chissà se c’è chi si fa domande
In para sulla sua vita, sul proprio partner
Se cambieranno i cliché o resterà tutto com’è (ehi)
Se parleremo di brand mentre c’è chi non ha il bread
L’ipocrisia è l’invenzione del secolo
Svendi la tua verità per la loro bugia
E dopo basta non chiederlo
Non credo che il mondo torni più quello di prima
E nemmeno lo spero, no
E nemmeno lo spero
Ero solo davvero
La Coscienza di Zeno
Io che non sono più io
Io non mi fido di Dio
Io tutto e
Io niente
Io stasera
Ah, io sempre
Io con più niente di mio (mio)
Io e nient’altro che io (uoh)
Io, io (ah-ah)
Io, io, io (ah-ah)
Io, nah
La verità non santifica
La verità non giustifica
Tempo di farsi domande
Mettere l’ego da parte
Voglio coprirmi di cash
Sarò felice, lo sento
Ciò che direi al vecchio me:
“Confondi fine col mezzo”
Soffocati gli idealismi, condannati a non capirci
Forse è questo, forse siamo solo più egoisti
Forse un cane, niente figli
Forse niente ha senso
Censuri un film in cui eravamo razzisti
Ma eravamo razzisti
Imparare dal passato e non bruciarlo come i nazi con i libri
Cedi i dati ai social, Parasite
Tossici di ossitocina ormai
Ti convinci sia per la famiglia
Però è per te stesso come Walter White
Mondo che si fonda su ingiustizie
Per chi sta sul fondo di questo Snowpiercer
Scusa se sono profondo solo quando sono triste
Chi non finge?
Io che non sono più io
Io non mi fido di Dio
Io tutto e
Io niente
Io stasera
Ah, io sempre
Io con più niente di mio
Io e nient’altro che io
Io, io (ah-ah)
Io, io, io (ah-ah)
Io, nah

Grignani

Sai penso che
Non sia stato inutile
Stare insieme a te
OK, te ne vai
Decisione discutibile
Ma sì, lo so, lo sai
Almeno resta qui per questa sera
Ma no che non ci provo, stai sicura
Può darsi già mi senta troppo solo
Perché conosco quel sorriso
Di chi ha già deciso
Quel sorriso già una volta
Mi ha aperto il paradiso
Si dice che
Per ogni uomo
C’è un’altra come te
E al posto mio
quindi tu troverai qualcun altro
Uguale no, non credo io
Ma questa volta abbassi gli occhi e dici
Noi resteremo sempre buoni amici
Ma quali buoni amici maledetti
Io un amico lo perdono
Mentre a te ti amo
Può sembrarti anche banale
Ma è un istinto naturale
E c’è una cosa che io non ti ho detto mai
I miei problemi senza te
Si chiaman guai
Ed per questo che mi vedi fare il duro
In mezzo al mondo
Per sentirmi più sicuro
E se davvero non vuoi dirmi che ho sbagliato
Ricorda a volte un uomo
Va anche perdonato
E invece tu
Tu non mi lasci via d’uscita
E te ne vai con la mia storia fra le dita
Ora che fai
Cerchi una scusa
Se vuoi andare vai
Tanto di me
Non ti devi preoccupare
Me la saprò cavare
Stasera scriverò una canzone
Per soffocare dentro un’esplosione
Senza pensare troppo alle parole
Parlerò di quel sorriso
Di chi ha già deciso
Quel sorriso che una volta
Mi ha aperto il paradiso
E c’è una cosa che io non ti ho detto mai
I miei problemi senza te
Si chiaman guai
Ed per questo che mi vedi fare il duro
In mezzo al mondo
Per sentirmi più sicuro
E se davvero non vuoi dirmi che ho sbagliato
Ricorda a volte un uomo
Va anche perdonato
E invece tu
Tu non mi lasci via d’uscita
E te ne vai con la mia storia fra le dita

Vola – Ivano Fossati

Neel’universo dela mia pazzia
Ho una nuova teoria
Per me la gente
Vola
So cos’è che non va
Disabitudine alla realtà
Come dire sono
Solo
Io dopo di te
Non sono morto né guarito
Ma ci ho provato, era un mio diritto
E non è servito
E mi sono vestito
Come un idiota vestito
Che avevo in testa
Nessuno m’ha invitato alla sua festa
La gente
Vola
Vola
Ed io
Sto troppo giù
L’amore
Vola
E vola
Ed io
Mi sento, mi sento giù
L’amore
Vola
E vola
E tu
Non c’eri già più
Nel rovescio della mia vita
Una prova innocente
Chiamare amore un amore qualunque
A cui di me non gliene frega niente
E ma non scoppia il cuore
Non mi sento affogare
Non ho voglia di bere, né di parlare
Perché non ho amore di cui parlare
E penso che forse davvero la gente
Vola
Vola
Ed io
Sto troppo giù
L’amore
Vola
E vola
Ed io
Mi sento, mi sento giù
L’amore
Vola
Vola
E tu
Non c’eri già più
Nel sottoscala della mia ragione
C’è la speranza che tu ritorni
E’ solo un tarlo, consuma i giorni
Ma chi può dirlo? Forse anche il mio amore
Vola
Ed io
Mi sento già più su
Vola
E vola
E tu non ci sei più
L’amore
Vola
E vola
Ed io
Mi sento già più su

Cassia Eller

Non, rien de rien 
Non, je ne regrette rien 
Ni le bien qu’on m’a fait 
Ni le mal, tout ça m’est bien égal 

Non, rien de rien 
Non, je ne regrette rien 
C’est payé, balayé, oublié 
Je me fous du passé 

Avec mes souvenirs
J’ai allumé le feu
Mes chagrins mes plaisirs
Je n’ai plus besoin d’eux

Balayés mes amours
Avec leurs trémolos
Balayés pour toujours
Je repars à zéro

Non, rien de rien
Non, je ne regrette rien
Ni le bien qu’on m’a fait
Ni le mal, tout ça m’est bien égal

Non, rien de rien
Non, je ne regrette rien
Car ma vie, car mes joies
Pour aujourd’hu
Ça commence avec toi

Londra 1990 parte ventiquattresima

Mi sparo la giornata a bordo di differenti autobus, da sud a nord senza mai scendere. Mi siedo sopra dalla parte dell’autista dove una grossa vetrata ti rende una visuale magnifica di Londra, meglio che girare a piedi. Mi fermo ad High Street Kensington dove si possono ancora trovare gli ultimi Punk Londinesi che vendono in piccoli stores giubbotti di pelle, cinture, anfibi. Compro invece qualche cassetta musicale usata, a buon prezzo. Ancora non ho lo stereo ma intanto ho la musica. Torno verso l’hotel tagliando per Hyde Park, mi dirigo per Queensway, Bayswater ed infine Paddington. Compro un kebab e una birra, le prossime settimane metterò a dura prova il fegato, fra English breakfast, gli hamburger del Mac e  qualche kebab la sera. In camera mi butto sull’ “amaca” anche questo letto mi spezzerà la schiena ma come dice Carlo… calati nella situazione prima che sia lei a farlo…ci  rido sopra fissando come succede oramai molto spesso, il soffitto. Questo mi sembra anche più sul giallo come i baffi del vecchio della reception. Un colore che 31 anni dopo, avrei dedicato vanamente a Silvia. Dalla camera affianco si sente arrivare dei suoni che sovrastano alcune voci. Forse una tv, forse uno stereo. Non ho avuto tv in camera in tutti e sette gli anni trascorsi a Londra, così come nei due a Roma, quattro a Firenze , uno in Australia e recentemente gli ultimi 15 dopo il mio ritorno a casa. Mi annoia già nella normalità, figurarsi guardarla sdraiato dal letto. Arriva il Francese con un po’ di affanno…sospira….L’hotel a trop de escaliers….non ho capito ma penso era riferito alle scale, tante, ripide e micidiali. Oui Francois ma nous avon le bain ici….Sorride, meno male, ce l’ho tirato io in questa situazione, un altro al suo posto magari l’avrebbe presa diversamente. Però abbiamo il bagno in camera dopo 4 mesi a discapito di piano cottura e frigorifero, Ce la vie…gli dico. Non ho ancora capito perché si porta sempre appresso una copia di un quotidiano infilato per lungo sulla tasca sinistra dei pantaloni, sarà una moda Francese, lo leggerà in metro, ma la copia mi sembra sempre la stessa da settimane. Stappiamo un paio di birre che ho preso prima dal kebabbaro e gli mostro il resto della stanza. Non ci vuole molto. Accanto ai due letti, due comodini che stanno in piedi per miracolo e un armadio vecchio e tarmato, ma sufficiente per la nostra roba, ha pure uno specchio, pieno di macchie che coprono gran parte di ciò che vorresti specchiare. Domani torno al lavoro, quasi quasi mi manca. Talvolta penso che bisognerebbe vivere alla finestra, senza gioie ma senza dolori da dover affrontare, non avere ambizioni, passioni, desideri, non vivere mai i propri sentimenti. Rendere il desiderio una cosa inutile ed inoffensiva, una specie di sorriso delicato dell’anima .

La favola mia Renato Zero

Ogni giorno racconto la favola mia
La racconto ogni giorno, chiunque tu sia
E mi vesto di sogno per darti se vuoi,
L’illusione di un bimbo che gioca agli eroi
Queste luci impazzite si accendono e tu
Cambi faccia ogni sera, ma sei sempre tu
Sei quell’uomo che viene a cercare l’oblio, la poesia
La poesia che ti vendo, di cui sono il Dio
Dietro questa maschera c’è un uomo e tu lo sai
L’uomo d’una strada che è la stessa che tu fai
E mi trucco perché la vita mia
Non mi riconosca e vada via
Batte il cuore ed ogni giorno è un’esperienza in più
La mia vita e nella stessa direzione, tu
E mi vesto da re perché tu sia
Tu sia il re di una notte di magia
Con un gesto trasformo la nuda realtà
Poche stelle di carta, il tuo cielo ecco qua
Ed inventa te stesso la musica mia
E dimentichi il mondo con la sua follia
Tutto quello che c’è fuori rimane dov’è
Tu sorridi, tu piangi, tu canti con me
Forse torni bambino e una lacrima va
Sopra a questo costume che a pelle mi sta
Dietro questa maschera c’è un uomo e tu lo sai
Con le gioie, le amarezze ed i problemi suoi
E mi trucco perché la vita mia
Non mi riconosca e vada via
Batte il cuore ed ogni giorno è un’esperienza in più
La mia vita e nella stessa direzione, tu
E mi vesto da re perché tu sia
Tu sia il re di una notte di magia
Dietro questa maschera, lo sai ci sono io
(Sono io soltanto, io)
Quel che cerco, quel che voglio, lo sa solo Dio
(E lo sa soltanto Dio)
Ed ogni volta nascerò
Ed ogni volta morirò
Per questa favola che è mia

Maneskin Vent’anni-L’avrei dedicata volentieri a Carlo

Io c’ho vent’anni
Perciò non ti stupire se dal niente faccio drammi
Ho paura di lasciare al mondo soltanto denaro
Che il mio nome scompaia tra quelli di tutti gli altri
Ma c’ho solo vent’anni
E già chiedo perdono per gli sbagli che ho commesso
Ma la strada è più dura quando stai puntando al cielo
Quindi scegli le cose che son davvero importanti
Scegli amore o diamanti, demoni o santi
E sarai pronto per lottare, oppure andrai via
E darai la colpa agli altri o la colpa sarà tua
Correrai diretto al sole oppure verso il buio
Sarai pronto per lottare, per cercare sempre la libertà
E andare un passo più avanti, essere sempre vero
Spiegare cos’è il colore a chi vede bianco e nero
E andare un passo più avanti, essere sempre vero
E prometti domani a tutti parlerai di me
E anche se ho solo vent’anni dovrò correre
Io c’ho vent’anni
E non mi frega un cazzo, c’ho zero da dimostrarvi
Non sono come voi che date l’anima al denaro
Dagli occhi di chi è puro siete soltanto codardi
E andare un passo più avanti, essere sempre vero
Spiegare cos’è il colore a chi vede bianco e nero
E andare un passo più avanti, essere sempre vero
E prometti domani a tutti parlerai di me
E anche se ho solo vent’anni dovrò correre per me
E sarai pronto per lottare, oppure andrai via
E darai la colpa agli altri o la colpa sarà tua
Correrai diretto al sole oppure verso il buio
Sarai pronto per lottare, per cercare sempre la libertà
C’hai vent’anni
Ti sto scrivendo adesso prima che sia troppo tardi
E farà male il dubbio di non essere nessuno
Sarai qualcuno se resterai diverso dagli altri
Ma c’hai solo vent’anni

Londra 1989 parte dodicesima

Arrivo al lavoro sfatto. Mi guardo la faccia allo specchio, mi faccio così schifo che neanche una pettinata la farebbe tornare a lucido. Carlo dico, ieri io bevuto un casino, ho la testa che ci vorrebbe un aspirina grossa come un pancake. Bene Toscano, ogni tanto ci vuole un diversivo, ti avrà fatto bene, ultimamente eri abbastanza teso. Ieri mi ha fatto bene ma  oggi sono a pezzi. Fammi un favore passa te la carta allo scimmione, che l’ultima volta mi ha detto I’m looking at you. Cioè dimmi è frocio pure lui. Perché non lo sapevi. E cazzo li trovo tutti io, possibile, non sto cercando donne ma neanche buchi. George continua a guardarmi con quella dentatura che riflette pure sull’acciaio della friggitrice. Ok ok paper paper e gli passo sto cazzo di carta. Good boy good boy risponde. Maiala ladra quando mi dice così mi fa tremare le mani e mordere la lingua. Sei stato al pub qui dietro in Edgware road? Chiede Carlo. Si mi hanno messo nel mezzo prima due vecchiette che cantavano karaoke poi un misto di Inglesi e Irlandesi. Non ho capito una parola ma avrò bevuto 9/10 pinte. Loro cazzo però con un sorso ne bevono metà e con l’altro l’altra metà. Io non ho questi ritmi. Ti abituerai non hai fretta risponde. Si Carlo mi calerò nella situazione prima che sia lei a farlo. Ieri l’hai fatto, non volendo ma hai accettato la sfida. Mi avranno ripetuto cento volte Italiano Pizza Mafia e spaghetti ogni volta che aprivo bocca. In qualcosa dice Carlo siamo famosi nel mondo. Ascolta mi dice sottovoce Ho gli esercizi sotto la maglietta. Te li passo li metti sotto la tua, vai in cella prendi un cartone di hamburger di pesce e quando esci li metti sotto, subito però. Me li passa, vado in cella ed esco con gli hamburger e una tanica da 5 litri di succo di arancia congelato che butto nel sacco di Carlo. Cazzo fai dice…Cazzo non si può sempre portare via questi schifo di hamburger, prendiamo qualcosa di più salutare. Si ma una tanica da 5 litri la si può notare meglio, sei un cretino ora sono cazzi tuoi. Dai rispondo, buttaci qualcosa sopra e dopo vado e lo porto giù. Lo vedo scuotere la testa, chiamo il Manager e gli mostro gli esercizi. Li sfoglia come se George stesse sfogliando una rivista di Playboy, soddisfazione zero e mi sono costati pure un deca. Good boy risponde il manager Luka keep studying keep studying. Tu sapessi gli vorrei dire. Torno indietro, prendo il sacco lo metto nel rail e mi dirigo verso l’ascensore. Appena arrivo al piano terra mi trovo davanti la manager. Morning Luca I help you. No, no rispondo it’s ok it’s ok. Le accelerazioni del cuore aumentano il dolore alla testa, me la sento scoppiare la manager agguanta il rail proprio dalla parte dove c’è il sacco con il succo. Faccio una giravolta e mi catapulto davanti. Le dico Don’t worry it’s my job ok ok Porca troia non so più che fare. Prendo i sacchi e comincio a buttarmi in una specie di container, lei mi guarda e poi saluta e va. Vaffanculo per 5 litri di succo che allungati diverranno venti, una ventina di colazioni assicurate che di questi tempi non fanno male. Sopra il tetto c’è una fessura dove infilo la tanica, mi fumo una sigaretta seduto su altri sacchi, mi ungo il dietro dei pantaloni ma non mi interessa, riprendo l ascensore e sono di nuovo in cucina, l’odore del fritto mi avvolge oramai come un odore di casa, mi ci calo dentro come tutte le altre mattine, il Cinese mi guarda e sorride, George pure, Carlo non mi rivolge parola è incazzato lo so, non gli piace che prenda iniziative, ma a me piace il rischio, mi da adrenalina, mi mette di buon umore anche se oggi abbiamo rischiato il posto.