Elba

Leggendo su internet ho trovato un blog che si occupa….di diritto alle origini….x permettere ai figli adottivi di poter conoscere le proprie origini biologiche….Dopo aver letto e riletto negli annunci, suddivisi anno x anno, regione x regione e perfino riguardanti qualche altra nazione straniera, mi sono deciso a scrivere due righe inerenti le mie due nipotine, senza entrare troppo nel personale, anche xchè dopo tanto tempo e con troppi lati oscuri ancora da decifrare, non sono poi così del tutto sicuro che siano felici di conoscermi….E poi, credo  che tutte e due non sappiano neppure di essere sorelle…..La prima è nata dall’unione di Giuliana con Patrick, un Inglese di Bristol….una persona stupenda, intelligente, brava, altruista ma con il vizio dell’eroina….Si fece anche un viaggio, in macchina, Elba -Bristol….io, mia mamma, mio babbo, mia sorella barbara e mia nonna, nell’estate del ’76, trascorrendo quasi un mese nella città al confine con il Galles….le mie prime volte delle vere fish and chips, andavo da solo sotto casa a comprare il merluzzo e patate fritte, avvolte nella famosa carta gialla…..rubavo la bicicletta di Patrick e via….ero affascinato dai parchi, dal loro verde, dalla loro perfezione….e poi erano già in funzione le piste ciclabili, nonostante i miei pochi 13 anni, abituato all’Italia e alle nostre carenze strutturali, la mi appariva tutto preciso, quasi finto, quasi fiabesco, tutto a portata di bambino, specialmente poi quando ci spingevamo nei paesini limitrofi……Giada se non erro il nome, invece è nata a Verona nel’82, dall’unione di Giuliana con un certo Leonardo che i miei genitori, sembra, abbiano conosciuto solo tramite telefono…….misteri….misteri…..chi sa non parla a dovere e chi non sa come me soffre e deve pure tacere….ma non mi arrendo….qualcosa deve uscire e forse qualche risposta arriverà….magari un che cazzo vuoi dopo tutti questi anni….ma almeno sapere….non si può immaginare, immaginare, tentare di ricostruire ma che cazzo ricostruisci che non hai niente in mano…..solo discorsi….e poche verità….

Elba

La notte si avvicina, le camere sono quasi tutte rientrate e nell’attesa delle ultime mi preparo qualcosa da passare sotto i denti…il casino mattutino che si respira nell’office ha lasciato spazio ai soli rumori dei motori che mugliano 24 su 24…quelli dei frigoriferi, delle celle, dei congelatori e della macchina da caffè…niente altro…nessuna voce che stridula nelle orecchie, nessuna lamentela, nessun occhio che segue da vicino i tuoi movimenti…nessun ordine e nessun ordine da eseguire…solo…io ed i rumori…solo io…ed i frigoriferi…In cucina aleggia ancora un vago odore di fritto…mi ricorda quello delle chicken nuggets che cucinavo in un enorme Mc Donald’s londinese alla fine degli anni ’80…centinaia al giorno…ore ed ore a friggere questi pezzi di pollo senza ossa, completamente masticabili come una semplice merendina…Ma quante se ne magnano, pensavo, questi Inglesi?…fra hamburger, cheeseburger, chicken nuggets, fillet of fish and fries non avevamo un minuto libero, sempre al pezzo a qualsiasi ora della giornata…il mio unico desiderio era uscire da quel manicomio e passare in sala, non che andasse meglio ma almeno non avevi addosso quelle facce di merda dei manager, che non facevano altro che fare commenti poco graditi sulla nostra provenienza e sul fatto di  non comprendere la loro lingua del cazzo…Io capivo poco e niente, ero entrato copiando a quattro mani un application form di un altro ragazzo e l’unica alternativa, provata x un paio di giorni era il solito ristorante Italiano dove di Inglese c’era solo la via, x il resto sembrava di essere in una qualsiasi piazza campana…Il momento peggiore durante le ore di lavoro al fast food era quando uno dei Manager si avvicinava e ti chiedeva se avevi avuto il break…questione di vitale importanza xchè sulle 8 ore, in quei 45 minuti di stacco dovevi fare tutto, mangiare, bere, fumare, pisciare…xtanto se ti giocavi male la risposta era la fine…”….Have you been in break…chiedeva lui…”… e tu pensavi…be been…devi essere…stato…andare…allora facevi la faccia che non aveva capito un granchè…”…Have you had your break….allora continuava…e poi….do you need to go?…”….porca troia….che minchia ha detto ora…hai tu…o hai tu da avere…minchia….bisogna andare….se dicevi si e non ti mandava allora voleva dire che non avevi capito un cazzo e x lui tu eri stato in break…se rispondevi di no, xchè volevi andare lui magari capiva che tu l’avevi avuto il tuo break…alla fine rispondevi sempre con…Me…no eat today… e finiva con incazzarsi di brutto…”….You fucking Italian’s bastard…tell me when you don’t fucking understand…”….c’ho messo mesi x capire cosa mi urlasse dietro, anche se dalla faccia comprendevo che non mi stava facendo complimenti…