Notte – Lucio Dalla

Notte sempre uguale senza chitarra da fine carnevale
liscia come un mare d’olio, scura come la rosa di uno scoglio
notte bianca come il vestito di una sposa
in leggera discesa
cosi’ che il corridore stanco si riposa
dura da masticare a pezzi fra i denti
notte da sputare cosi’ noiosa
che si addormenta sul divano e mi viene addosso
notte fredda con la mano della morte
che prende il cuore mio e poi lo b***a in un fosso
secca come la testa di una noce, notte senza piu’ voce
misteriosa da capo indiano che col suo cavallo
veloce mi parla da un monte lontano
notte di Praga con forti odori di guerra
da passare volando a pochi centimetri dal grano
della mia terra terra, terra, terra
terra non piu’ mia da quando quella notte sei andata via
notte povera e provocante
che da da’ fare in due tenendosi per mano
notte che stai finendo lontano
porta via dal rumore di chissa’ quale aereoplano
notte notte notte oh.

Elba

La notte si avvicina, le camere sono quasi tutte rientrate e nell’attesa delle ultime mi preparo qualcosa da passare sotto i denti…il casino mattutino che si respira nell’office ha lasciato spazio ai soli rumori dei motori che mugliano 24 su 24…quelli dei frigoriferi, delle celle, dei congelatori e della macchina da caffè…niente altro…nessuna voce che stridula nelle orecchie, nessuna lamentela, nessun occhio che segue da vicino i tuoi movimenti…nessun ordine e nessun ordine da eseguire…solo…io ed i rumori…solo io…ed i frigoriferi…In cucina aleggia ancora un vago odore di fritto…mi ricorda quello delle chicken nuggets che cucinavo in un enorme Mc Donald’s londinese alla fine degli anni ’80…centinaia al giorno…ore ed ore a friggere questi pezzi di pollo senza ossa, completamente masticabili come una semplice merendina…Ma quante se ne magnano, pensavo, questi Inglesi?…fra hamburger, cheeseburger, chicken nuggets, fillet of fish and fries non avevamo un minuto libero, sempre al pezzo a qualsiasi ora della giornata…il mio unico desiderio era uscire da quel manicomio e passare in sala, non che andasse meglio ma almeno non avevi addosso quelle facce di merda dei manager, che non facevano altro che fare commenti poco graditi sulla nostra provenienza e sul fatto di  non comprendere la loro lingua del cazzo…Io capivo poco e niente, ero entrato copiando a quattro mani un application form di un altro ragazzo e l’unica alternativa, provata x un paio di giorni era il solito ristorante Italiano dove di Inglese c’era solo la via, x il resto sembrava di essere in una qualsiasi piazza campana…Il momento peggiore durante le ore di lavoro al fast food era quando uno dei Manager si avvicinava e ti chiedeva se avevi avuto il break…questione di vitale importanza xchè sulle 8 ore, in quei 45 minuti di stacco dovevi fare tutto, mangiare, bere, fumare, pisciare…xtanto se ti giocavi male la risposta era la fine…”….Have you been in break…chiedeva lui…”… e tu pensavi…be been…devi essere…stato…andare…allora facevi la faccia che non aveva capito un granchè…”…Have you had your break….allora continuava…e poi….do you need to go?…”….porca troia….che minchia ha detto ora…hai tu…o hai tu da avere…minchia….bisogna andare….se dicevi si e non ti mandava allora voleva dire che non avevi capito un cazzo e x lui tu eri stato in break…se rispondevi di no, xchè volevi andare lui magari capiva che tu l’avevi avuto il tuo break…alla fine rispondevi sempre con…Me…no eat today… e finiva con incazzarsi di brutto…”….You fucking Italian’s bastard…tell me when you don’t fucking understand…”….c’ho messo mesi x capire cosa mi urlasse dietro, anche se dalla faccia comprendevo che non mi stava facendo complimenti…

Elba

Lo scirocco ti fa appiccicare i pantaloni al culo…sotto la tenda dove serviamo il lunch si suda come bestie…Lei ovviamente continua a dirmi cosa devo fare, manco fossi un bambino alla prime armi, mentre i clienti incuranti del caldo, sguazzano tra i piatti del buffet…l’importante è mangiare, specialmente quando tutto è pagato…si abbuffano…è un susseguirsi di servire e ripulire…ridono e ingurgitano con gusto, anche senza perdere troppo tempo a masticare…beati loro…io non vedo l’ora di essere a casa…in mutande e ciabatte, magari fra le coscie di Jessika…e soprattutto non avere lei fra le palle…

Elba

Al seggio, il Presidente e gli altri scrutatori sono stati sempre molto gentili con me, anche se il posto è una roccaforte del Pd, anzi sarebbe meglio dire della sinistra più sinistra, dell’ex Partito Comunista….Inevitabile qualche battuta su Grillo, sul Movimento, alle quali ho risposto sorridendo e con un pizzico di iromia…il paese ha vissuto sul lavoro degli operai delle vecchie miniere, ora chiuse, di contadini, di artigiani, dove il tempo non ha scalfito le loro sempre vive e incorruttibili idee….hanno diritto al voto 1001 elettori, xtanto non c’è stata una gran rissa…mi sono anche divertito nel vedere le vecchie signore che ancora masticano il dialetto di una volta, che arrivano prima o dopo la Messa, ben vestite, curate e forse anche contente di esprimere la loro preferenza…Qualcuna ovviamente, causa età, ha confuso le idee ed uscendo dalla cabina con il foglio in mano, ha chiesto se doveva mettere la croce su tutti i simboli…Un’altra invece si è comodamente seduta fuori al nostro banco e voleva x forza votare seduta…Un signore invece sulla settantina, mentre ero fuori nel corridoio, si è avvicinato e mi ha mostrato una bella e fresca fetta di salame, sussurrandomi nell’orecchio sinistro…Ora ci metto questa dentro e ci scrivo…mangiatevi anche questa…ladri….Intanto vado fuori a prendere Blue, non mi lascia un attimo e non potevo non portarla…

Firenze

Una signora con chiaro accento calabrese, mi chiede se stò aspettando il dottore…”….Signora, rispondo, ho in mano il foglio di accettazione del pronto soccorso, cosa vuole che faccia seduto quà?….”…”….Lo so, risponde, ma come mai non viene?…ma l’ha visto?…com’è, giovane, anziano….”….Maiala ladra, già mi girano i coglioni essere quà e mi si piazza accanto una rompipalle del genere…”….Non l’ho ancora visto….”….”…Ma è tanto che aspetta…e come mai non è ancora uscito il dottore?…”….”…Signora, si rivolga ad una delle infermiere…non sò una bella sega niente di quello che succede quì…”…La sento borbottare sottovoce, che se ne vada affanculo…Finalmente mi chiamano….mi riceve il famoso dottore che ha anche l’alito pesante…non ispira il massimo della fiducia, infatti mi visita velocemente e subito dopo chiama l’infermiera, una mora in carne ma con una faccia altamente antipatica, che con passo lento e masticando con molta noia una gomma, mi fà un elettrocardiogramma…Non esce niente di preoccupante,ma nel mio caso mi aspettavo qualcosa di più, anzi il dottore mi dice di vestirmi e mi allunga un foglio con un ticket da pagare di 25 euro…Una breve e svogliata visita, senza nessun accertamento di rilievo, praticamente è come se mi dicesse, bisogna attendere che le sue condizioni peggiorino x approfondire…intanto pagati questo ticket e torna a casa…ma vai a cagare…in finale taglia, taglia e chi lo prende nel culo siamo sempre noi al cospetto del nostro governo ladro….intanto mi tocca tornare a casa più incazzato di prima…Quattro anni fà, fra malattia, convalescenza, medicine, visite e lavoro perso, ci ho rimesso qualcosa come quasi 30 mila euro…il problema non è ammalarsi, ma curarsi come si deve…