Elba

Tre  anni sono passati…tre anni….Tre anni fa ritrovai su internet le mie nipoti, una delle due vista di sfuggita il primo dell anno x poi rimandare a una visita più lunga, che sarebbe dovuta essere durante l’estate, ma poi dopo la scomparsa di suo marito poco dopo metà maggio non ho potuto far altro che rispettare il suo immenso dolore….l’altra solo contattata telefonicamente da lei o tramite facebook….niente di più….e da quello che ho sentito e forse capito pago gli errori fatti in passato, da mia sorella, dalla mia famiglia e da chi sapeva e non ha parlato o ha semplicemte taciuto….io ho sempre saputo molto poco ed ad ogni mia richiesta tutti hanno sempre risposto…lascia stare x il bene delle bimbe…..bimbe che con il tempo sono diventute donne e mamme….la cosa però che ancora non digerisco è xchè nessuna delle due sapeva dell’esistenza dell’altra….Una non ne sapeva assolutamente niente, l’altra invece sapeva di una presunta nipote sperduta in chissà quale campagna Inglese….Ma cazzo, capisco tutti gli errori commessi, mi ci metto pure io anche se avevo poco meno di 18 anni all’epoca, ma fra assistenti sociali, avvocati e cazzi vari, possibile si sia andato x una rottuta così netta fra le famiglie, tre x l’appunto, con loro, le bimbe, che rivendicano lettere spedite ai mie genitori e mai arrivate…..xchè mio babbo sono quasi 30 anni che non c’è più e mia mamma dopo la sua morte non avrebbe mai rimandato al mittente una lettera senza avermi prima detto niente….non butta ancora posta di 40/50 anni fa, figuriamoci se avrebbe fatto una cosa simile….e poi xchè non far sapere alle bimbe che le ragazze, stanno da sempre una a Verona ed una a Roma?….sarò io che non ci capisco un cazzo….loro poi ovviamente giudicano in base a ciò che sanno, a ciò che c’è scitto sulle carte degli avvocati e a ciò che le hanno raccontato……in pratica io lo prendo nel culo a priori….mi rimane la soddisfazione di averle fatte incontrare dopo più di 30 anni….io continuo a sapere e non sapere….a chiedere e cercare di ricostruire un puzzle interminabile….e che sicuramente non riuscirò mai a terminare….

Elba

E via, si riparte con i CV….dopo un breve periodo di vacanza che comunque, causa disoccupazione, si sta allungando, ho iniziato a rispondere alle decine di inserzioni che si trovano sul web….Montagna, città, paesi, villaggi, Oriente, Occidente, disponibilità praticamente ovunque…basta lavorare….anzi basterebbe che almeno rispondessero questi rotti in culo…un semplice No, grazie la sua candidatura non è adatta alle nostre rischieste….invece, continuano a chiedere, a farti spedire e talvolta pure compilare pagine di CV e poi manco si degnano di una semplice risposta….L’unica che mi è arrivata è stata da parte di un hotel, dove non bastava loro che parlassi un ottimo Inglese, del Francese, dello Spagnolo e del Portoghese, volevano pure il Tedesco, poi se parlavi anche Tedesco ti chiedevano il Russo o il Giapponese….Per poi ritrovarsi in una qualsiasi sala dove chi lavora con te, l’unica lingua straniera che parla è l’Italiano….

Elba

Abbiamo vissuto insieme….lavorato insieme….viaggiato insieme….abbiamo dormito a Londra in tre in una stanza, Io, te e Simona, x oltre un anno….Abbiamo girato con un’agenzia di catering tutti gli Hotels più grandi, i ristoranti e le sale meeting della Capitale Inglese…..mi hai insegnato ad amare la musica Brasiliana, a correre, a come muoversi in palestra, io che non sapevo tirar su neanche 10 kili….ci siamo ritrovati qualche anno dopo a Firenze e collaborato ancora x qualche anno….viaggiato attraverso tutto il Sud America…dal Brasile all’Argentina e poi su x Bolivia e Perù fino a scendere in Amazonia via fiume….Ancora insieme qualche anno fa nel Chianti….la tua forza, oltre a quella fisica, era anche nel sorriso e nella tua sicurezza….che trasmettevi soprattutto a chi ti stava vicino…ci siamo rivisti meno di due anni fa, con il Polacco, Ralf, festeggiato dopo tanti anni, ed oggi invece ti ritrovo diverso, cambiato….sembri un pugile che è stato messo all’angolo del ring…xfino la voce sembra diversa….stai seduto e cerchi di nascondere la mano sinistra, che quella merda di malattia, ti fa tremare…continuo a ripetere che non è possibile, invece tu me ne dai certezza….Si, è lui…il morbo….porca di quella maiala troia….ti guardo e non lo voglio accettare….sono confuso….a pezzi….incredulo….una mazzata….però sono sicuro che la scriverai tu la fine….l’ho detto perfino a Jessika….Non lo vedremo soffrire…si spara prima…..o lo faccio io x lui….

Elba

Passiamo l’ultimo giorno dell’anno in piazza, con e fra amci…fa freddo….in un bar c’è il Bob che canta, beviamo e cantiamo fino alla mezzanotte….le solite canzoni, niente di speciale, un Karaoke senza testi con parole inventate, specialmente quelle in Inglese dove il ritmo ha sempre la meglio anche sulla più fantasiosa traduzione….fuori trovo Marcello, amico e parrucchiere di fiducia, facciamo un brindisi e ci salutiamo dove qualche cazzata sparata riguardo al freddo, pungente e fastidioso e al fatto che lui sia nativo di Piombino, cosa che sovente ama rimarcare e far notare la differenza tra lui….del continente e noi dell’isola…..ridiamo e ci scambiamo gli auguri…..lo ritroverò più tardi in altro bar mentre festeggia con il Bob e consorte….facciamo qualche altro giro in piazza dove suonano una buona musica ma dove il vento forte e freddo lo fa da padrone….andiamo a letto neanche troppo tardi….Stamani chiama il Bob, poco dopo l’una….Marcello se ne è andato nel sonno….”….Non ci credo rispondo…ti hanno fatto uno scherzo….”…..Telefono ad Andrea che invece non sa nulla….”…..E’ uno scherzo…eravamo insieme fino a poche ore fa….impossibile….risponde….faccio un giro di telefonate e ti richiamo….”…..Ci sentiamo pochi minuti dopo….”…..E’ tutto vero…..affanculo….”….

Londra

Ogni volta che uscivo dal Mc Donald’s, dopo 8 lunghissime ore di lavoro, mi portavo dietro l’odore del fritto che oltre negli indumenti, ti rimaneva impregnato fino a sotto le unghie, nelle narici, non te lo toglievi neanche quando entravi in uno dei numerosissimi pubs, dove invece spadroneggiava l’odore del tabacco, della birra e della moquette che invece emanava l’odore di entrambi…..Ma in uno in particolare, piccolo e poco affollato, trovavo sempre un anziano seduto da solo in un angolo di un divano color porpora, con la mezza pinta sul tavolo, che si esprimeva in un Inglese a me quasi sconosciuto….il mio era ancora di livello scolastico e dopo aver ordinato la mia di birra, mi sedevo accanto quasi x fargli compagnia e lui ogni tanto, forse x riconoscenza, dopo avermi sorriso, si avvicinava sussurrandomi velocemente qualcosa del quale non riuscivo a capire una singola parola….Mi esprimevo gestualmente, cosa poco British, mi aiutavo con gli occhi, non sapendo cosa fare x farmi capire, lui rideva e comprendeva il mio imbarazzo ma forse x la birra o forse x la solitudine, continuava a parlare, parlare….Furono le mie prime lezioni di Inglese, anche xchè preferivo il pub con il vecchietto alla noiosissima e lontana scuola….così iniziai a portare carta e penna e tra una birra e l’altra, lui scriveva e mi faceva fare dei semplici ma utilissimi compiti….Andammo avanti x settimane, mesi e ogni tanto mi portava qualcosa di scritto da tradurre a casa, finchè poi non lasciai definitivamente il Mc e dopo qualche saltuaria visita le nostre strade si divisero….Ricordo ancora però dopo oltre 24 anni alcuni dei suoi scritti….”….Le difficoltà diventano maggiori quando si cerca un modo x raggirarle….”….”….Se tutto fosse facile e nulla ci costasse un pò di sforzo, non apprezzeremmo il raggiungimento di un obbiettivo…”….”…Non otterrai mai nessun beneficio personale se prima non c’è stato un sacrificio….”….Ho sempre fatto tesoro di queste parole, ma pensavo che dopo tanto tempo, di dover fare qualche sforzo minore o forse, ho cambiato trroppo spesso i miei obbiettivi…

Elba

La notte si avvicina, le camere sono quasi tutte rientrate e nell’attesa delle ultime mi preparo qualcosa da passare sotto i denti…il casino mattutino che si respira nell’office ha lasciato spazio ai soli rumori dei motori che mugliano 24 su 24…quelli dei frigoriferi, delle celle, dei congelatori e della macchina da caffè…niente altro…nessuna voce che stridula nelle orecchie, nessuna lamentela, nessun occhio che segue da vicino i tuoi movimenti…nessun ordine e nessun ordine da eseguire…solo…io ed i rumori…solo io…ed i frigoriferi…In cucina aleggia ancora un vago odore di fritto…mi ricorda quello delle chicken nuggets che cucinavo in un enorme Mc Donald’s londinese alla fine degli anni ’80…centinaia al giorno…ore ed ore a friggere questi pezzi di pollo senza ossa, completamente masticabili come una semplice merendina…Ma quante se ne magnano, pensavo, questi Inglesi?…fra hamburger, cheeseburger, chicken nuggets, fillet of fish and fries non avevamo un minuto libero, sempre al pezzo a qualsiasi ora della giornata…il mio unico desiderio era uscire da quel manicomio e passare in sala, non che andasse meglio ma almeno non avevi addosso quelle facce di merda dei manager, che non facevano altro che fare commenti poco graditi sulla nostra provenienza e sul fatto di  non comprendere la loro lingua del cazzo…Io capivo poco e niente, ero entrato copiando a quattro mani un application form di un altro ragazzo e l’unica alternativa, provata x un paio di giorni era il solito ristorante Italiano dove di Inglese c’era solo la via, x il resto sembrava di essere in una qualsiasi piazza campana…Il momento peggiore durante le ore di lavoro al fast food era quando uno dei Manager si avvicinava e ti chiedeva se avevi avuto il break…questione di vitale importanza xchè sulle 8 ore, in quei 45 minuti di stacco dovevi fare tutto, mangiare, bere, fumare, pisciare…xtanto se ti giocavi male la risposta era la fine…”….Have you been in break…chiedeva lui…”… e tu pensavi…be been…devi essere…stato…andare…allora facevi la faccia che non aveva capito un granchè…”…Have you had your break….allora continuava…e poi….do you need to go?…”….porca troia….che minchia ha detto ora…hai tu…o hai tu da avere…minchia….bisogna andare….se dicevi si e non ti mandava allora voleva dire che non avevi capito un cazzo e x lui tu eri stato in break…se rispondevi di no, xchè volevi andare lui magari capiva che tu l’avevi avuto il tuo break…alla fine rispondevi sempre con…Me…no eat today… e finiva con incazzarsi di brutto…”….You fucking Italian’s bastard…tell me when you don’t fucking understand…”….c’ho messo mesi x capire cosa mi urlasse dietro, anche se dalla faccia comprendevo che non mi stava facendo complimenti…

Elba

Jessika è precisa, tenace e paziente…anche Teresa lo era, forse ancora di più…conservava sempre una grande calma interiore, nonostante la sua fragilità di carattere ed era una donna che non mollava mai…aveva una pazienza (specialmente con me) infinita, specialmente nell’accudire le cose, richiudeva sempre tutto quanto aperto con millimetrica precisione…Jessika invece ogni tanto mostra con fierezza tutta la sua metà Inglese che si contrappone nei modi e nella gesta all’altra metà Italiana, Veneta x l’appunto…la prima, talvolta sbadata e confusionaria but with the Bithish calm, la seconda fatta di duro lavoro, pulizia e precisione…una sorta di Dottor Jekill and Mr. Hyde…

Dicembre 22. 1980

A chi di interesse

La sottoscritta Giuliana xxxxxxx nata a xxxxxxx il 9.12.1956 e residente in Via Roma 2, coniugata con il Regno Unito di Gran Bretagna con il cittadino Inglese Patrick John Cotter, nato a Bristol, Inghilterra, il 31.3.1950 di professione meccanico, matrimonio avvenuto il 29.1.1976 a Bristol, matrimonio dal quale è nata Krishna Emmanuelle Rebecca Orientina Cotter, dichiara che essendo separata di fatto dal conuige dal luglio 1980 e non sapendo nulla di quest’ultimo, tossicodipendente, senza lavoro e attualmente, presumibilmente in India, nell’impossibilità morale e materiale, di poter provvedere in maniera adeguata al soddisfacento dei bisogni primari della figlia krishna Cotter, affida la propria figlia alla signorina Silvia xxxxx, nata a Roma il 23.12.52 e ivi residente in via Cadlolo n 20…Tale affidamento, nell’impossibilità per la sottoscritta di poter contare sull’appoggio morale e materiale del proprio nucleo familiare, il quale rischiesto ha espresso per il futuro parere assolutamente negativo a prendersi cura dell’allevamento e dell’educazione della bambina.     La sottoscritta è spinta a determinarsi in questa scelta, dalla consapevolezza, di non poter o non saper dare alla propria figlia ciò di cui abbisogna e di vivere il proprio ruolo di madre in maniera gravosa e ambivalente…tossicodipendente, senza lavoro e in grave situazione socio ambientale…tale affidamento x il momento in accordo con la signorina Silvia xxxxx è a carattere provvisorio e sperimentale, nell’intento di permettere alla sottoscritta di fare attraverso questo periodo di prova, valutazioni e ripensamenti che possono preludere ad una scelta definitiva più responsabile…

P.S.

La lettera è scritta su un foglio della vecchia Usl locale, la firma falsa, è di colore diverso dallo scritto, scritto che non ha niente a che vedere con la calligrafia originale di Giuliana…io ero appena 17enne e non ricordo un granchè della situazione, ma ho sempre impresso in mente le parole di mio babbo che si lamentava delle continui casini di Giuliana, dopo averla curata, dopo averle dato un lavoro nel proprio ufficio con orari molto di parte e di averle dato a zero spese, la vecchia casa di mia nonna, gli pagava pure le bollette….la totale verità comunque mi è stata sempre nascosta, neanche quando vivevo a Roma mi mamma ha avuto il coraggio di mostrarmela…ovviamente ho ben poco in mano x poter giudicare, Giuliana e mio babbo non ci sono più e si sono portati dietro i loro segreti…mia mamma, semplice donna nata in una casa di campagna e vissuta x il resto della sua vita in un piccolo paese al servizio della famiglia, ha sempre avuto poca voce in capitolo….posso solo augurare alla mia carissima nipote, un futuro radioso…e magari riuscire a rivederla, anche da lontano…

Elba

Trovo mia mamma in lacrime, nella consueta visita pomeridiana…Ha in mano un foglio, nel quale Giuliana sottoscrive di affidare sua figlia Krishna ad una certa Silvia, togliendo pertanto ogni possibilità di adozione da parte dei miei anziani genitori…”…Non si è mai capito, continua mia mamma, il suo comportamento, evidentemente soggiogato da quella troiona che si è messa sempre contro di noi pur di toglierci la bambina…eppure avevamo fatto di tutto, curavamo la dipendenza di tua sorella ed abbiamo dato alla nipotina tutto quanto avevamo, tutte le nostre attenzioni, neanche voi avete avuto tanto…le comprai dei vestitini che la facevano sembrare una bambola…quando la portavamo con noi al Circolino, dove si andava a ballare, attirava l’attenzione di tutti i nostri amici…Come si dice, mi chiede mentre si asciuga l’ennesima lacrima, che scivola facendosi spazio in quel viso che sembra assomigliare sempre di più a mia nonna…dove butti la carta in Inglese?…”…”…The bin…rispondo…”…”…Ecco…tutti le chiedevano…krishna…Krishna….dove si butta la carta…e lei rispondeva sorridendo…In the bin…aveva i capelli come i tuoi…biondissimi, quasi bianchi e buccolosi…mi hai fatto male l’altro giorno quando mi hai detto che io e tuo babbo non abbiamo fatto nulla x tenerla…nessuno ci ha aiutato…ci ha dato una mano…tutti contro…e quella Silvia…tutti i giorni portavo e andavo a riprendere Krishna all’asilo…e poi…e poi…una mattina, aspettavo, aspettavo, ma lei non arrivava…pensavo si fosse trattenuta a giocare con qualche altra bambina…ed invece era passta quella zoccola della Silvia con il foglio firmato da Giuliana…la portò via…lontano…e x sempre…

Chianti

E Chissà, se forse un giorno oltre al caro Agustin non riesca a trovare anche le indimenticabili nipotine…delle quali una, la seconda, mai vista…In effetti, la prima, di nome Krisnha, nata dall’unione di Giuliana con Patrick, un Inglese meraviglioso, del quale ho pochi ma indelebili ricordi, ma a sentire mia sorella, l’unico vero amore della sua vita, l’abbiamo vista, abbracciata, coccolata, amata, solo per pochissimo tempo, prima che i servizi sociali le togliessero l’affidamento dopo la morte di Patrick e i suoi continui problemi x droga…la seconda invece, nata a Verona dall’unione di Giuliana con un certo Leonardo, mai visto e conosciuto e della quale purtoppo non ne abbiamo mai avuto notizie…neanche una foto, solo qualche timida telefonata che ci metteva al corrente di una situazione a noi sconosciuta e dove non potevamo neanche intervenire, non avevamo nessun recapito, sia telefonico che stradale…un inferno, specialmente x i miei genitori, già anziani che si trovavano in una situazione paradossale, con le mani legate ed accerchiati da servizi sociali, avvocati, giudici, polizia e quant’altro anche xchè su giuliana spiccava e lo è stato fino alla sua morte, un mandato di arresto x spaccio internazionale…Mi immagino la mamma, nata, cresciuta e vissuta nelle campagne di un piccolo paese…queste cose forse, le aveva viste solo in un film…Mio babbo invece, che sembrava capire meglio il problema, soffriva in silenzio, le uniche urla le sentivi x telefono, quello fisso, c’era solo quello, e noi tutti intorno, vicino alla cornetta, nell’attesa di notizie, come se x magia se ne potesse captare la conversazione…urla rivolte alla persona che di turno non riusciva mai a dargli una spiegazione plausibile ed dalla quale mio babbo ne usciva sempre pacato, sorridendo dolcemente, cercando di tirare fuori le parole migliori, quelle che escano direttamente dal cuore, mascherando la cruda verità, il dolore che lo angustiava…