Chianti

L’Indiano non capisce un cazzo di Italiano…nonostante sia quì già da diversi mesi, la lingua non è migliorata di molto…il tutto è dovuto al fatto che continua a vivere e condividere le sue giornate con altri ragazzi del suo stesso Paese…mangiano insieme, escono insieme, dormono insieme e nessuno di loro studia, pensano solo a lavorare, anche xchè hanno un debito di circa 10000 euro e talvolta anche di più, da restituire a chi li ha fatti entrare in Italia…cosicchè la mattina di buon ora sono già tutti nei campi, a potare viti o fare altri lavori nelle vigne, prossime oramai alle vendemmie…La sera arriva già distrutto e quelle poche chances che aveva di capire qualcosa, le ha già bruciate in partenza…Provo anche a mischiare l’Italiano con l’Inglese, del quale conosce qualche parola in più, ma si rimane sempre nell’ordine della Preistoria…Vai a prendere il dolce alle mele, l’apple cake, al bar…gli dico…lo vedi partire e girare intorno agli scaffali, rovistare fra piatti e bicchieri, guardarsi intorno e cercare qualcosa che possa andare bene, che assomigli a ciò che deve prendere ma che sa di non aver capito e non vuole, ovviamente farselo ripetere più volte…Sorrido, solo xchè mi ricorda i miei primi mesi a Londra, quando mandavano anche me a prendere qualcosa in magazzino e talvolta facevi finta di aver capito e poi provavi, una volta dentro quelle enormi stanze, a ricollegare ciò che ti avevano chiesto con ciò che ti trovavi attorno…ripetevi e ripetevi quella maledetta parola che non aveva nessun significato x te…che cazzo mi ha chiesto quel fottuto di manager…magari ti aveva chiesto dei sacchi neri e tu invece gli portavi…sacchi di black coffee…Si incazzava come una bestia, già era nero di suo, ma la cosa che ripeteva sempre era…”…Just tell me…when you don’t fucking understand….italian bastard…”…affanculo inglese di merda…


Tenerife

Esco x bere una birra in un pub sotto casa, sembra abbastanza tranquillo, ma al banco pochi minuti dopo mi si appiccica uno scozzese…e’ gia’ mezzo carico, non capisco un cazzo di quel che dice…dopo un paio di birre dice di chiamarsi Ian…gli rispondo che mi chiamo luca, inutile dirgli gianluca, e lui invece x tutta la serata mi chiamera’ Nokia…All right Nokia…Ok Ian…gli dico come on England, so che lo fara’ incazzare…Fuck it risponde…mi prende la mano e poi….Scottish people…ok….Irish people…ok…Welsh people…ok…English people…fuck them…gli taglierei la gola…I don’t give a fuck…e io…come England…ride e beve, beve e ride…non stacca la mano dalla pinta, manco fosse la moglie che invece a lasciato a letto a dormire…Se non fosse x la temperatura ed il mare a pochi passi, quando entri in uno delle decine di pubs che trovi ad ogni angolo della strada, sembra di essere a Londra, non si sente una parola di spagnolo…sia dai clienti che da chi serve…una vera e propria colonia…United Kingdom…Per il lavoro intanto ho camminato di piu’ di uno dei tanti ragazzi di colore che vendono occhiali e orologi…ed oltre a chiedere ho lasciato pure tanti curriculum, xche’ qui difficilmente ottieni di poter parlare con qualcuno che conta…chiedono solo il c.v…Ian parte barcollando dal banco x andare a cantare in karaoke…dopo un paio di minuti biascicando e tenendosi a malapena in piedi rinuncia…”…I’m too drunk..dice…”….riceve, tipo corrida, qualche fischio ma anche un grande applauso…