Elba

I pochi soldi guadagnati dalle consegne delle spese a domicilio sono finiti fra foto, prove di stampe, qualche pagamento x continuare a metterle online con la speranza, vana, di raccattare qualcosa di nuovo, magari dall’altra parte del mondo. Jessika si fa in quattro, mi sprona continuamente, dice di continuare a crederci, ma io sinceramente porto avanti questa passione senza oramai troppe pretese e senza sognare più di tanto….Sono più di vent’anni che ho sacrificato gran parte del mio tempo, dei miei guadagni, della mia vita, x la fotografia, ricevendo tanti elogi ma pochi compensi in termini economici….Ora dovrei pure cambiare almeno il corpo macchina, ma se cambio quello sono ancora più nella merda….Vorrei pure andare a trovare Jessika and family, dato che il babbo non sembra avere più molte chances di lunga vita…lei dice di non preoccuparsi, i soldi te li do io, ma come si fa a vivere in questa maniera?….sempre all’osso, senza tregua…sono stanco…

Marzo 2009 – Firenze

Prima di entrare a far a Tacla dottoressa mi rivolge alcune domande…”….Eta’, professione, sintomi, stile di vita, passata e presente…Ha abusato di droghe ed alcool?…”…”..Beh, rispondo, abusare e’ una parola grossa….diciamo che non mi sono fatto mancare niente…pero’ non ho mai avuto grosse dipendenze….ho sempre avuto un debole x le canne…in passato anche altre droghe…sintetiche, polveri…ma sempre a mio piacimento, ho sempre deciso io, quando e quanto…ero e sono dell’idea, che un paio di birre e una bella canna sono il mio massimo…x le altre droghe e stato piu’ un fatto…diciamo…erotico…la coca ti eccita, disnibisce e ti fa’ fare cose che generalmente non hai il coraggio di fare…ma non e’ comunque stata una mia prorita’…sono gia’ molto fantasioso di natura…l’unica cosa che mi ha sdraiato e’ stato un cazzo di virus che mi ha procurato, la pericardite…”….La dottoressa ascolta con attenzione, poi mi invita a mettermi sul lettino ed infilare la testa, in quelo che io chiamo un oblo’,  un enorme cestello della lavatrice…Non dura molto, una ventina di minuti, sembra invece un’eternita’, un’attesa infinita, il tempo che ci vuole x la risposa…Passeggio su’ e giu’ x la stanza, vado fuori in corridoio, bevo un caffe’..Teresa mi dice di stare tranquillo…come se fossi solo io a deciderlo…l’ansia ti strugge, ti mangi un intero pacchetto di gomme in meno di venti minuti…ti siedi…passi le mani fra i capelli…pensi e ripensi…al passato…affanculo….siamo meno di dieci in attesa…ogni volta che si apre la porta dalla quale esce la dottoressa, vorresti che non venisse mai fatto l tuo nome….qualcuno va’ via con la faccia sollevata, altri a testa bassa, distrutti da una risposta che ha cambiato x sempre la loro vita…Tocca a me…mi chiamano…Sig…sig…Pagn…”…Non le do’ neanche il tempo di scandire i mio cognome che le sono posizionato davanti come un cane che aspetta l’osso…Mi consegna la busta con le radiografie e mi dice…”…Non c’e’ niente di particolarmente preoccupante…probabilmente i suoi sintomi sono solo dovuti alle medicine prese in passato ed anche al tenore di vita…sregolato…si riguardi e faccia vita sana non ha piu vent’anni…”….Faccio si si con la testa…chiamo Teresa e le dico che tutto va’ bene…Sorride….