Londra 1990 parte ventinovesima

Poco prima di partire rimasi a parlare con Giuliana a lungo dopo che mia mamma si era già coricata. La trovai sdraiata nel letto della mia camerina. Aveva lo sguardo rivolto verso l’alto, entrai senza far rumore….Cazzo Giuliana dissi, mastichi come un ciuco che hai in bocca?….Un segreto ma non lo dire a mamma e babbo…Si voltò e apri’ un cassetto da dove ne uscì una busta con della roba scura dentro. È oppio disse, quando lo avrò finito vi spaccherò tutta la casa. Altra opzione ne hai risposi….No disse seccamente. A meno che il dottore non riesca a trovarmi del metadone, che comunque dovrò usare per partire. Non stai bene risposi, cazzo, dove trovi tutto questo coraggio per partire? Il coraggio rispose è una caratteristica degli esseri umani. Chi non si arrende, ovvero quasi tutti, è una persona coraggiosa. Ed io devo andare non posso restare qui, sono ricercata, che faccio mi devo spengere in casa con mamma? Mi rimane poco e voglio andare in Spagna, essere libera di muovermi, poi si vedrà cosa succede. Se non vivi per qualcosa sei morto per nulla. Si voltò appena, il viso parzialmente di profilo. L’occhio appariva triste e dolce allo stesso tempo, mi scrutò come se stesse leggendo una mappa. Vai le dissi, ma non fare passare anni senza farti sentire. Fu una delle ultime volta che la vidi, seguirono giorni difficili prima della sua partenza, l’oppio fini e con lui la pseudo tranquillità che regnava in casa, i miei genitori  all’oscuro di tutto non sapevano dove rifarsi, dottori, infermieri, assistenti sociali si alternavano come camerieri ad un pranzo nunziale, io sinceramente cercavo di darle una mano, ma tremava sempre dal freddo, si avvolgeva in una coperta di lana e si rigirava verso di me come fosse stata indemoniata, buttava giù tranquillanti associati all’alcol come un bambino manda giù caramelle e dovevi in qualsiasi maniera assecondarla. La vidi giorno dopo giorno tirar fuori tutta la sua forza che comprendeva pure la nostra debolezza, per cercare di rialzarsi e finalmente riuscì ad organizzare il viaggio per la Spagna, nessuno riuscì a disilluderla. Sapeva che difficilmente sarebbe potuta tornare con le sue gambe ma oramai aveva deciso. Pochi giorni dopo la sua partenza me ne andai anche io. Carlo mi aspetta per andare al concerto, il più importante da quando sono arrivato a Londra. Stranamente non sta piovendo, usciamo dal Mac e ci dirigiamo verso Oxford Street e da lì verso Tottenham Court Road dove c’è il Marquee. Facciamo sosta in un pub e ci mettiamo in fila per entrare. Stasera sono felice.

Londra 1990 parte ventinovesimaultima modifica: 2021-05-06T14:33:52+02:00da apoloo1
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