Fernando Pessoa

È forse arrivata l’ora che io faccia lo sforzo concreto di dare uno sguardo alla mia vita. Mi vedo nel mezzo di un deserto immenso. Parlo di
quello che ieri letterariamente sono stato, cerco di spiegare a me stesso come sono arrivato fin qui…..Ma il contrasto non mi opprime – mi libera; e l’ironia che c’è in esso è sangue mio…..

Imma Brigante

Le esperienze della vita, se da un lato ci fortificano, dall’altro ci privano di quell’innocente freschezza tipica dei fanciulli. E ci dimentichiamo di quanto fosse bello il mondo quando lo guardavamo con i sensibili occhi dell’infanzia. Non avevamo molto, ma avevamo tutto ciò che oggi rincorriamo

Fernando Pessoa

Considero la vita una locanda, dove devo fermarmi fino all’arrivo della diligenza dell’abisso. Non so dove mi condurrà, perché non so niente.
Potrei considerare questa locanda una prigione, perché in essa sono costretto all’attesa; potrei considerarla un luogo in cui socializzare,
perché qui mi ritrovo insieme ad altri. Non sono, però, né impaziente né spontaneamente naturale. […] Mi siedo alla porta e imbevo i miei occhi e orecchi dei colori e dei suoni del paesaggio, e
canto sommessamente, solo per me, vaghe canzoni che compongo nell’attesa.
Per tutti noi scenderà la notte e arriverà la diligenza. Godo della brezza che mi è data e dell’anima che mi è stata data per goderla, e non mi
pongo altre domande né cerco altro. Se ciò che lascerò scritto nel libro dei clienti, riletto un giorno da qualcuno, potrà intrattenerlo nel transito,
andrà bene. Se nessuno lo leggerà, né si intratterrà, andrà ugualmente bene.

Elba

Lui che fino a tempo fa mi ha allontanato, contestato, disprezzato, escluso…lui che aveva cancellato 5 anni della mia vita come se niente fosse…lui che ha voluto prendere da solo ogni qualsiasi decisione…lui che mi ha fatto sentire sconfitto senza conoscerne la verità…lui che mi ha chiuso in faccia quella porta che ho sempre atteso che si aprisse, lasciandomene aperta una, davanti una parete…lui che ha fatto di me ciò che non ho saputo…e ciò che avrei potuto fare non l’ho fatto…lui, solo lui che ho continuato a rispettare e salutare ed al quale non mai rivolto un solo pensiero cattivo…lui, in macchina, seduto accanto a me, con le lacrime agli occhi mi chiede se posso prestarli dei soldi…non ne ho ed ho delle spese da sostenere, dei debiti da saldare,sto passando un momento difficile, mi dice…non posso dirgli di no e forse lo sa anche lui, nonostante tutto, anche se al momento prestare dei soldi x me è come donare un rene..”…Non ne ho neanche io, rispondo, ho ancora da restituire una bella cifra a Jessika, mia sorella è senza lavoro ed indietro con gli affitti, mia mamma fa i salti mortali, ho pure battuto la macchina, ma cercherò di fare il possibile x tirarti fuori dalla merda….”….”….Non lo dire a nessuno mi dice, anzi mi chiede mentre stringe le mani con forza sul volante, qualsiasi cosa tu possa fare te ne sarò grato, ma mi raccomando che rimanga fra noi due, lascia intatta la mia dignità, l’unica cosa che mi è rimasta…”…

Elba

Nella vita c’è sempre da imparare…specialmente quando c’è da dare qualche consiglio, quando c’è da riprendere, rimproverare figli che non sono i tuoi….meglio non farlo, mai….si rischia solo di fare figuracce e ricevere un bel….ma che cazzo vuoi da tu da me, non mi rappresenti nessuno….o nella migliore delle ipotesi passare da stupido, invadente e cacacazzi…tanto la mamma li difenderà a spada tratta…sei tu quello che non capisci, che non sa rapportarsi, che non sa confrontarsi, non ha tatto, non parla nella maniera dovuta…nel caso mio poi che non ho figli…che cazzo ne vuoi sapere tu come si crescono…non è questo il modo, non te ne devi preoccupare, non sono affari tuoi, hai avuto solo animali e condotto una vita sbagliata o tanti altri discorsi che sono peggio di una pugnalata alle spalle…meglio mettere da parte anche l’ironia, l’allegria, rischi anche di passare da incosciente, con la testa fra le nuvole…non si può sempre scherzare, ti dicono…è proprio vero, rischi di alzarti la mattina cantando ed andare a letto piangendo…

Chianti

Casualmente, come spesso succede, sono stato rintracciato su internet da Augustin, lo spagnolo che ha diviso con mia sorella Giuliana, i suoi ultimi anni di vita…E conincidenza proprio ieri sera, la vigilia del suo 56imo compleanno….Quanto mi manca…anzi mi manchi cara sorellona…auguri…Vive ancora ad Herrera, il piccolo paese dove è anche seppellita lei e dove mi fiondai con rabbia lo scorso Gennaio di ritorno dalle canarie, trovando il cimitero chiuso da appena mezz’ora…Era un pazzo, diceva che l’Aids era solo un’invenzione dei medici, che non esisteva…Lo conoscermmo nel ’94 con il Bob, quando andammo a prendere Giuliana dal reparto malattie infettive di Siviglia, aids conclamato, ci dissero, e lui invece che dichiarava…”…Io, sempre fatto amore con tua hermana senza precauzione e non ho niente…”…”…Minchia Bob, questo è fuori x davvero, dicevo…”…ma lui inisisteva…”…E’ vero, è solo invenzione di medici x vendere medicine…aids non esiste…io niente, negativo..”…Il Bob rideva, mia sorella che lo guardava e ci diceva di lasciar stare…”…Passatemi da fumare, chiedeva..è fuori come un terrazzo…continuava…l’ha sempre pensata così…e comunque dalle analisi è sempre risultato negativo….”…noi avevamo paura anche a scambiare con lei un paio di tiri di una semplice canna…Una casa dove entrava poca luce e dove l’odore dell’umidità era ristagnato e mescolato a quello del tabacco e di un pacchetto di patatine alla cipolla…Voleva che lasciassimo là Giuliana…”…La curo io, diceva…”…”…Agustin, disse il Bob, ci siamo fatti 2500 km in un paio di giorni x venirla a prendere, ce ne sono altrettanti da fare, sarà si e no 40 kili…ed ora ci dici di lasciarla quì, che l’aids è un’invenzione….ma dove cazzo mi hai portato, esortò girandosi verso di me…”…Guardai Giuliana, era magra da far paura, i capelli, una volta biondi, lunghi e lisci, corti ed arruffati con vaste chiazze sopra e dietro la nuca…non riuscii neanche a d aprire bocca…lei mi guardò e disse…”…Portami a casa, voglio morire là…”…