Gennaio 2010 – Elba

Nonostante sia nato e cresciuto al mare, la piscina e’ stata fin da piccolo una forte attrazione…non so’ il xche’…forse xche’ al mare, prima di scendere in acqua c’è sempre da controllare il tempo… sei soggetto ai continui cambiamenti delle correnti, alle onde, al rischio recente delle troppe meduse…l’acqua della piscina invece, nella sua monotonia, noiosita’, come tanti dicono, e’ sempre lì, ferma immobile, pronta a riceverti, a farti nuotare in assoluta tranquillita’ ogni volta che vai…Da piccolino sognavo una casa con piscina come si vedeva nei film americani, dove i proprietari facevano il bagno ogni volta che volevano, la mattina, il pomeriggio, la sera, la notte…Quando facemmo il nostro primo trasloco, mi immaginavo di andare in una casa simile, gia’ mi vedevo correre ai bordi,  magari su di un pratino all’Inglese…invece ci spostammo di pochissimo, nel palazzo accanto, proprio adiacente al nostro…più bello, più nuovo, con l’ascensore, il riscaldamento centralizzato, ma l’unico spazio disponibile esterno, era solo un piccolo terrazzo…E se mia madre era gia’ una maniaca dell’ordine e della pulizia, nel nuovo appartamento finì x degenerare del tutto…Non si poteva entrare con le scarpe, le famose pattine, ad ognuno di noi era stato affidato il proprio colore, erano all’entrata ad aspettare di essere indossate dai nostri piedi…la sala con i mobili nuovi era quasi off limit…non ricordo tranne la comunione e la cresima, di averci mangiato altre volte…il divano poi…un cimelio…guai a saltarci o giocarci…si poteva stare solo seduti e composti…non si poteva muovere o strusciare le sedie in casa, x non correre il rischio di fare rumore e di disturbare i nuovi vicini di casa…e poi le camere…avevano il parquet…che meraviglia…abituato al precedente, sempre freddo, xche’ la stufa non arrivava a scaldare le camere e si andava a letto con la borsa dell’acqua calda…veniva voglia di sdraiarcisi sopra…a me piacevano tutte queste nuove cose, correvo su e giù x la casa con mia madre che non faceva altro che riprendermi…e talvolta, ma raramente xche’ le sfuggivo sempre, costretta ad alzare le mani…”…Attento quì, non toccare la’, Gluca fermati…togliti le scarpe, attento al muro, al mobile, a quel vaso, al divano…non correre in camera…non saltare che sotto abbiamo gente…”…erano le parole più ricorrenti ogni volta che ero in casa…Io sognavo di rientrare e sentire mia madre cantare o magari dipingere o vederla fare qualcosa di creativo…invece….