Ogni volta che uscivo dal Mc Donald’s, dopo 8 lunghissime ore di lavoro, mi portavo dietro l’odore del fritto che oltre negli indumenti, ti rimaneva impregnato fino a sotto le unghie, nelle narici, non te lo toglievi neanche quando entravi in uno dei numerosissimi pubs, dove invece spadroneggiava l’odore del tabacco, della birra e della moquette che invece emanava l’odore di entrambi…..Ma in uno in particolare, piccolo e poco affollato, trovavo sempre un anziano seduto da solo in un angolo di un divano color porpora, con la mezza pinta sul tavolo, che si esprimeva in un Inglese a me quasi sconosciuto….il mio era ancora di livello scolastico e dopo aver ordinato la mia di birra, mi sedevo accanto quasi x fargli compagnia e lui ogni tanto, forse x riconoscenza, dopo avermi sorriso, si avvicinava sussurrandomi velocemente qualcosa del quale non riuscivo a capire una singola parola….Mi esprimevo gestualmente, cosa poco British, mi aiutavo con gli occhi, non sapendo cosa fare x farmi capire, lui rideva e comprendeva il mio imbarazzo ma forse x la birra o forse x la solitudine, continuava a parlare, parlare….Furono le mie prime lezioni di Inglese, anche xchè preferivo il pub con il vecchietto alla noiosissima e lontana scuola….così iniziai a portare carta e penna e tra una birra e l’altra, lui scriveva e mi faceva fare dei semplici ma utilissimi compiti….Andammo avanti x settimane, mesi e ogni tanto mi portava qualcosa di scritto da tradurre a casa, finchè poi non lasciai definitivamente il Mc e dopo qualche saltuaria visita le nostre strade si divisero….Ricordo ancora però dopo oltre 24 anni alcuni dei suoi scritti….”….Le difficoltà diventano maggiori quando si cerca un modo x raggirarle….”….”….Se tutto fosse facile e nulla ci costasse un pò di sforzo, non apprezzeremmo il raggiungimento di un obbiettivo…”….”…Non otterrai mai nessun beneficio personale se prima non c’è stato un sacrificio….”….Ho sempre fatto tesoro di queste parole, ma pensavo che dopo tanto tempo, di dover fare qualche sforzo minore o forse, ho cambiato trroppo spesso i miei obbiettivi…
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Maggio 2009 – Elba
Nonostante il mio francese parlato e’ poco piu’ che scolastico, riesco ugualmente a capire e farmi capire, seppur con gesti e vocabolario degni del miglior Toto’…Ho finito cosi’ x stringere amicizia con una coppia di sposi che e’ in hotel da piu’ di una settimana…Lei molto piu’ giovane di lui, semplice e gentile…il marito sempre sorridente e molto premuroso, non l’abbandonava un attimo…Dapprima le solite battute, il buongiorno, la buonasera e altro riguardante il lavoro del bar e le loro consumazioni…Al banco si sa’, a molti clienti, dopo qualche bicchiere, piace raccontare della loro vita, del lavoro, dei progetti, dei loro amori, passati, presenti e futuri, delle mogli, delle amanti…a volte bisognerebbe saper essere anche dei buoni psicologi…Una volta superata la diffidenza o meglio la timidezza, anche i francesi, si sono aperti come un libro ed ogni sera all’ora dell’aperitivo, hanno iniziato a parlare di loro, delle loro giornate, della Francia, credendo forse che io riuscissi a comprenderli del tutto….Ci sono stati momenti invece, che non capivo proprio un cazzo di cio’ che dicevano e non riuscivo a farglielo capire, continuavano a parlare, ridere e raccontare…Rispondevo con sorrisi a denti stretti, muovendo la testa in una via di mezzo fra il no ed il si…tanto x cercare di dare una risposta a qualcosa di incomprensibile…Cercavo ogni scusa x allontanarmi da bar e lui mi veniva dietro, continuando a parlare…E mo’ che gli dico…pensavo…allora sparavo qualcosa di incomprensibile anche io, un misto di francese, italiano e spagnolo…sperando di metterlo in difficolta’…niente…ripartiva a tutta birra a parlare e raccontare, ridendo sopra a tutto cio’ che diceva…Finalmente quando il bar si riempiva, riuscivo a staccarmelo di dosso, anche se ogni tanto vedevo la sua faccia avvicinarsi al banco…”…jeanluc…jeanluc…diceva…”…”…Apres, apres…rispondevo..je suis occupee’…beaucoup de travaille…”…vaffanculo lo aggiungevo dopo, con molta grazia…