Gennaio 2010 – Elba

Odio quelli che vengono al bar e pagano cercando di togliersi dalle tasche tutti gli spiccioli che hanno…Per spiccioli non intendo gli euro o i 50 e 20 cents…ma tutte quelle monetine di rame del cazzo…che iniziano a contare davanti a te…10,15,20,25 fino a raggiungere o cercare di raggiungere i 2,3 euro…sempre poi con la solita domandina finale….Sono giusti?…manca qualcosa…?…Li guardo allungando la mano senza mai effettivamente contare se manca qualcosa…Sì…sì…rispondo sorridendo…sono tutti….(…basta che ti levi dai coglioni altrimenti te li tiro tutti dietro…non lo dico ma lo penso…)….lo feci una volta con un ragazzo Cinese che tutti i santi giorni mi pagava un cappuccino solo con monetine da 1 cent…un giorno sbottai e lo mandai affanculo…tu, le monetine, la Cina e gli involtini primavera…da allora torna sempre con un euro e dieci precisi….se non bastasse il tutto, dopo aver pagato trovano anche il coraggio di scusarsi…”…Sa’…volevo togliermi un po’ di peso dalle tasche…mi riempiono sempre di di queste fastidiosissime monetine…non so’ cosa farci, le lascio sempre x pagare al bar….”….vedi da annaffanculo vai….e vai….x non contare poi i flippati delle slot machine, i quali venderebbero pure sua madre pur di avere cash x giocare e poi stanno a guardare i 20 o 30 cents in più o meno, dopo magari aver perso qualche centone in quelle macchinette del cazzo…affanculo pure loro…Due ragazzini seduti sul divano, si stanno scambiando i loro numeri di cellullare…Penso a quando avevo io la loro eta’…altro che cellulare…c’era solo il numero di casa e quando chiamavi non rispondeva mai Lei, ma il fratello, la madre o addirittura il babbo che con voce da paura diceva…”…Chi e’?…con chi sto’ parlando?…”….”…Sono…sono un amico…rsipondevi sempre con timore…”…e Lui…”…Un amico chi?…come ti chiami?…chi sei?…”…Alcune volte rispondevi…altre x non stare troppo a romperti i coglioni, preferivi buttar giù la cornetta…Se invece te la passava sentivi sempre dire sottovoce…”…A quest’ora si mangia…quante volte lo devo dire…”…A casa mia poi, il telefono era proprio davanti la cucina e telefonare a quell’ora era un patimento xche’ tutti sembrava che stessero la’ ad ascoltare cio’ che dicevi e tu non potevi allontanarti di un metro, l’unica cosa che potevi fare era darli le spalle e continuare a parlare a monosillabe…”…Ummm…si….no…come…dopo…allora…te lo dico dopo…non posso parlare…no…si…ma….”….e mia mamma che urlava…”…Si fredda la cena…sempre con questo telefono in mano….”…..Sempre…x quei pochi minuti a cena…l’unica maniera x rimanere in contatto…xche’ poi dopo cena iniziava il film e guai a usare il telefono…