Oggi mi danno l’appartamento…un bilocale, abbastanza centrale, zona Los Cristianos, non lontano da Las americas, anzi le due spiaggie sono praticamente attaccate…le due località dove si concentrano la maggior parte di turisti, di locali…e di briachi….un porcaio…ma dovrebbero darmi più opportunità x lavorare…posti devoti al turismo dove non c’è un minuto di storia…tutto uguale…ben organizzato, anzi di più…ma tutto uguale…ed ovviamente il costo dell’appartamento è maggiore, l’Inglese, un volpone, c’ha messo pure di mezzo che siamo vicini a Natale…”…Ok..ok…gli dico…I get it…than I will see next month…”…sono ospite già da una settimana, altre chances non ce ne sono…il vecchio Apollo non lo vuole nessuno…mi guarda…con il muso appoggiato sul pavimento…aspetta la colazione…il latte…come ogni mattina…vigliacco…tutta colpa tua…il viaggio mi è costato di più….e così l’appartamento…che dici…ci sarà un ritorno anche x me?….speriamo…anche xchè le risorse economiche…scarseggiano…
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London 1989
Dopo aver passato la solita giornata al Mac Donald’s, mi buttavo tra Oxford street, Soho, Piccadilly, Leicester Square, x far conoscenza del centro della citta’, prima di tornare a casa a cercar di dialogare come gli Indios con il Francese ed il tedesco…Nessuno di noi parlava Inglese ed io ero l’unico che sapeva almeno quattro cazzate…il primo lavorava in un ristorante Francese, 12 ore al giorno x 6 giorni la settimana…il secondo invece ne faceva addirittura 14, in un ristorante Italiano…il tempo di un paio di cannoni e il russare si sentiva gia’ in fondo alle scale…In un anno di convivenza Jean Ive che io avevo soprannominato Francois, non era mai riuscito a fare un discorso decente in Inglese…Dopo 4 mesi, una sera, mi chiese, cosa volesse significare When…”….Affanculo, Francois…vuol dire affanculo…mi guardava stupito, gli avevo gia’ detto mille volte affanculo e sapeva che non era quella la traduzione…Affanculo francois…sì affanculo…ma è mai possibile che dopo 4 mesi non sai ancora cosa vuol dire…when…in Inglese..?…”….L’unica parola che aveva assimilato subito era…passala…tutte le sere gliela ripetevo tutte le volte che fumavamo…passala Francois…minchia…la devi passare…lui rideva ed iniziava a sparare discorsi in Francese…io avevo imparato qualcosa, del resto non avevo scelta, ma dopo un’intera giornata di Mac, a cercare più che dialogare ma almeno di capire cosa dicessero quelli stronzi dei manager, che non faevano altro che offendere in uno slang incomprensibile dopo poche settimane londinesi…averceli ora sottomano…quando tornavo a casa, con la testa che scoppiava di domande senza risposte, sentire Francois che mi raccontava tranquillamente la giornata in francese, mi metteva ancora di più in confusione e xfino la notte i sogni finivano divisi in più lingue…Il tedesco invece, lavorava come un mulo, diceva di essere scappato dalla germania, x un reato che non ha mai voluto dire…cercava di tirar sù più soldi possibile, x volare verso il messico, xchè diceva di non sentirsi sicuro neanche a Londra…Era un tipo stranissimo, chiuso, non parlava mai, andava via la mattina alle 7 e tornava la sera dopo la mezzanotte…lavorava anche la Domenica e l’unica volta che ebbe una sera libera si presento’ a casa con una cassa di birre che tiro’ giù in poche ore…Un mesetto dopo, una mattina rimasi sorpreso nel vederlo ancora a letto dopo essermi alzato, ma dopo colazione mi mostro’ il biglietto con la scritta Citta’ del messico…”…I go…disse…”…ci salutammo con un lungo abbraccio…
Novembre 2009 – Elba
Mi sintonizzo su’ un canale Inglese, mentre preparo un caffe’…stanno trasmettendo news…l’acqua sta’ bollendo, la mescolo con il solubile, un cucchiaino di zucchero e una goccia di latte….Chiudo gli occhi…sembra di essere tornato a Londra, nella famosa living room di Brixton…la voce della gionalista fa’ scorrere velocemente le news…nelle narici, l’odore inconfondibile del caffe’ solubile…stesso aroma, stesso profumo, come anni fa’…ci manca solo quello….emanato della moquette…quella vecchia, scura, sudicia moquette, che non si puliva neanche se la lavavi e rilavavi, la disinfettavi, usavi il vapore, i saponi, le schiume…niente…il suo odore ti rimaneva intaccato nel naso…puzzava di birre rovesciate, latte, caffe’, the’, succhi, polvere, sudore, tabacco, cenere, canne…tranne che in cucina, ti seguiva ovunque….Simona era sempre pronta con l’aspirapolvere, mentre noi ci curavamo solo di…deviarne…il puzzo…magari rovesciandoci sopra qualcosa di…profumato…Max diceva sempre che l’unico rimedio possibile, era quello di fumare della buona erba, in modo che l’odore rimanesse prigioniero della moquette…Ci sono stati fumati ettari di erba, ma i risultati sono sempre stati scarsi…Fuori tira un forte scirocco, un vento che a Londra mancava…e che a casa invece, abbassa notevolmente le nuvole da creare una fitta nebbia…Le news scorrono…il caffe’ e’ quasi alla fine, accendo un bel cannone, mentre Apollo reclama gia’ la sua porzione di crocchette…seduto di fronte al sacco, orecchie tirate indietro, sembra un soldatino sull’attenti….non si muove finche’ non lo servi….Mi butto sù l’ultimo libro di Stefano Benni…sempre molto simpatico e divertente…pura fantasia che pero’ in parte rispecchia, la nostra realta’ quotidiana…I cuccioli sono sempre più vivaci, a distanza di poche settimane riescono gia’ a camminare seppur goffamente…si rotolano in terra, si mordono, si leccano, qualcuno prova in timido abbaio…qualcuno piange ancora…fra loro si nota gia’ il più forte e il più debole….Margherita alterna momenti da vera madre ad altri nei quali non vede l’ora di sbarazzersene, comincia ad essere stanca, specialmente quando cercano ancora di puppare, xche’ ora lo fanno con più forza, decisione e con lo spuntare dei primi denti, procurano dolore alle gia’ martoriate mammelle….sono bellissimi, regalano una gioia immensa anche se il pensiero ricorrente è sempre il solito…chi se li prendera’…?….
Giugno 2009 – Elba
….”…E ti sei studiato pure l’Inglese…ehhh…pure quello…mi dice Pino…x che cosa?…raccatta quelle foglie va’…e sbrigati…pure l’Inglese sai…”…Non ho cambiato lavoro, ma oggi mi hanno affiancato a manutentore…sapendo gia’, che me la so’ cavare come giardiniere…Piu’ di 4 ore con il decespugliatore in mano, sotto il sole che mi picchiava dritto in testa…fra l’altro a pulire una scarpata, dove era gia’ difficile stare in piedi…”…Pino dico…non ci sono piu’ abituato a questi ritmi…sono a pezzi…ho gia’ cambiato 2 maglie…speriamo almeno che il cuore regga…”…”…bevi un po’ d’acqua…va’…che iniziamo con la siepe….io taglio e tu raccogli…bisogna finire entro sera…altrimenti il Direttore…e chi lo sente…non e’ mai abbastanza x lui…mai contento di cio’ che faccio…uno cacacazzo…”…”…Ma domani, dice, sei ancora con me?…”…”…Verrei volentieri, nonostante tutto, rispondo, ma vuol venire Diego…appena ha saputo di me…”…”…gelosie…solo gelosie…risponde…”…Pino era gia’ qui due anni fa’ e fra noi due c’e’ sempre stato un ottimo rapporto…ero il solo a procuragli qualcosa da bere, nei momenti…del bisogno…ma alla fine, procura a lui, procura all’altro…a destra e a manca…ero il solo a passare x briaco anche quando non bevevo…ed il solo ad essere controllato dal Direttore…”…troppo buuono…dice Pino…ed a volte anche fesso…capisci no…non devi essere troppo disponibile verso gli altri che alla fine se ne fottono di te…anche quest’anno lo vedi…come si sono messe le cose…hanno sempre qualcosa da ridire…da buon intenditore…poche parole…”….infatti..cerco sempre di impormi un modo di fare piu’ serio, piu’ cattivo…che pero’ non rispecchia il mio carattere…non e’ nella mia indole…ed ovviamente non riesco mai ad avere il dovuto…rispetto…