Elba

Mia mamma è finalmente sdraiata sul suo divano….di casa….ha preso una bella legnata….non riconosco più la donna attiva che fino a qualche mese fa riusciva, nonostante i tanti acciacchi, ancora a giudare…quella donna che quando ero ragazzo non chiudeva occhio fino a quando non ero rientrato a casa….Ed era buffo che se tornavo fra la mezzanotte e le una, aprivo la porta di casa, quella del corridoio, quella di camera senza farmi nessun problema e senza creare nessun rumore e nessun fastidio….quando invece erano le cinque o addirittura le sei del mattino e magari ero anche bello carico, cercavo, inutilmente, di fare meno casino possibile e specialmente di non svegliare i miei genitori…..giravo la chiave nella toppa con la calma e precisione di un topo d’appartamento….richiudevo la porta pianissimo, quasi la alzavo x non farla strusciare sul pavimento, strizzando gli occhi quasi x attuirne il rumore…..che servirà mai questo inutile gesto…poi era il turno di quella del corridoio, ovviamente tutto al buo ed in punta di piedii x non dare nell’occhio, chiusa quella però, inciampavo regolarmente in qualche vaso od oggetti che forse mia mamma, spostava a sorpresa e che creavano in quel totale silenzio, quasi un eco che si ripercuoteva in tutte le stanze……Porca di quella vacca…neanche il tempo del moccolo che già la luce sul comodino di mia mamma era accesa….e poi la solita frase con la solita domanda…”….Sei tu?…”….”….Si mamma sono io….”…..”….E che ore sono?…”…come se non lo sapesse….”….Le sei mamma….”….”….Le sei….le sei…ma cosa hai fatto fino a quest’ora?….”…..”….Ho fatto…ho fatto…cosa vuoi che abbia fatto….”…..tutto questo ed altro finchè non riuscivo a lasciarmi la porta alle spalle e lasciarmi cadere, sfatto, sul letto…

Elba 2006

Aiuto mia mamma a tirarsi su le mutande. In questi ultimi giorni ha perso tutto il pudore che si è portata dietro nei suoi 73 anni…”….Ammazza che cosce che hai….le dico….bella topona…”….”….Hai le stesse mani di tuo babbo, risponde, se lui fossse ancora vivo, ti avrei evitato tutte queste noie…”….”…Ma che noie e noie…ora ti spalmo anche un pò di crema sulle gambe, così domani all’ospedale, magari fai colpo su qualche dottore….”…”….Il colpo ci vorrebbe a te…ma in testa….dice…ho amato solo tuo babbo nella mia vita, il primo e l’unico, mica come ora che vi scambiate come le figurine…”…Mi guarda e scuote la testa, si lascia scivolare sul cuscino, sospirando qualcosa….le sistemo le gambe, leggermente gonfie e rimbocco il letto, lascio un bicchier d’acqua sul comodino e le do la buonanotte. Un’ altra giornata è volata via. Apollo fuori si gode la calda serata di metà novembre, la luna è calante, come il mio stato d’animo…Alzo lo stereo, un cd di Ivano Fossati di circa 20 anni fa…i ricordi si impossessano di me…nonostante tutto penso…ascolto…immagino…sogno…e credo di sentirmi migliore rispetto a quei tempi….se solo bastasse credere…