Gennaio 2010 – Elba

Mentre stai preparando l’aperitivo, arriva sempre qualche stronzo che dopo aver stuzzicato qualcosa chiede…un caffé…e se poi e’ davvero un super stronzo, lo chiede decaffeinato…e allora sì che mi fa’ davvero incazzare…pure deca…affanculo…e poi dopo le 18 non ho proprio più voglia di fare caffé…se non bastasse, dopo averlo bevuto, molti di loro hanno anche il coraggio di mangiarci dietro un paio di noccioline o patatine…chissa’ che bel sapore li rimane in bocca…un piacere….a me ci vogliono almeno un paio di bicchieri di vino, dopo aver ingerito qualcosa di salato…In questi giorni poi, portare la mattina mia mamma all’ospedale a farle fare alcune medicazioni alle gambe, affette da ulcere che non le danno tregua, sta’ diventando più di un’impresa…cammina piano e male…vorrei spingerla, non xchè abbia fretta, ma x evitare quei inutili discorsi che nascono quando incontra qualcuno che conosce…sempre le solite domande…”….Che ci fai quì?…”….che cazzo ci fara’ mai una persona all’ospedale?….a fare shopping, vorrei rispondere….”….”…Da quanto tempo non ci vedevamo…e poi….come stai…come sta’ quello…quella….ma lo sai di….lui….lei….ma lo sapevi che….invece che all’ospedale sembra di stare in piazza…”….e mia mamma non è di quelle che si tira indietro…anzi…ci mette anche del suo…così arrivare all’ambulatorio e’ come fare una corsa ad ostacoli…Dopo la visita, c’è da rifare la fila x la prenotare la prossima…e via, ancora con i discorsi, chi è vivo, chi è morto…mentre qualcuno, come sempre, prova a fare il furbo x accaparrarsi un turno che non gli spetta…”…C’ero prima io…no..io…guardi ho lasciato la borsa qui e mi sono solo allontanato si un metro..guardi che si capisce che vuol fare il furbo…se vuol passare…vada…ma non siamo mica stupidi…mi fara’ perdere pure l’autobus…”…e via…così in ogni fila che si rispetti…in Italia….ricordo Londra…che sia stato l’ospedale, la banca, la posta…ti mettevi in fila e potevi tranquillamente immeggerti in un libro xchè chi stava dietro di te, toccandoti la spalla e sussurrando un…escuse me, it’s your turn…non avrebbe fatto altro che ricordarti che era il tuo, di turno…esattamente come succede nel nostro bel Paese…