Elba

Come ogni anno, durante questo periodo ed in particolare oggi che è il giorno 12, mi sento struggere da quel senso di colpa che mi opprime da nove lunghi anni e che non mi abbandonerà fino all’ultimo dei miei giorni…Quella maledetta telefonata che non feci…quella chiamata a casa di mia mamma, che effettuavo ogni settimana dall’inizio della mia partenza x il Sud America, x dirle che andava tutto bene…x rassicurarla e di riflesso farlo sapere anche a Simona, xchè sapevo che chiedeva sempre mie notizie…Ed invece, le prime settimane di gennaio lasciammo Iquitos in Perù a bordo di barconi, viaggiando sul fiume, attraversando l’Amazzonia, direzione Manaus, dove ovviamente, non c’era nessuna possibilità di chiamare…Cinque giorni sul primo, altri cinque su di un altro, dove dormivamo in mezzo ad un mucchio di amache, animali e di indios…igiene zero, dissenteria tanta…non si faceva altro che cacare…e quando facemmo sosta in un piccolo paesino a qualche giorno da Manaus, ne approfittamo x mettere qualcosa di sostanzioso sotto i denti, dopo giorni di pollo ammuffito e riso bollito…Finimmo la serata in un postaccio del porto, tipo saloon, fra birra, cachasa, marinai ricoperti da tatuaggi di ogni tipo e mignotte da vomito…Eravamo a pezzi, crollai in branda fino a mattina tardi…fù quello, l’unico fine settimana in oltre 6 mesi di viaggio che non chiamai a casa, l’unico fucking week end, ed il sabato notte, di ritorno dal lavoro, la macchina con a bordo Simona si ando’ a schiantare contro un palo…Io chiamai solo 5 giorni dopo ed ovviamente non feci in tempo a partecipare al suo funerale…maledetto me…maledetto…non finirò mai di maledirmi…in tanti non me l’hanno perdonato…affanculo…affanculo…non bastava…non bastava il dolore…anche il rimorso che ti mangia, ti sbrana…te le senti dentro, non so cosa darei x tornare indietro a quella maledetta settimana…è una punizione senza fine, non finirò mai di scontarla…

Maggio 2009 – Elba

Prendevo a calci e pugni le cabine telefoniche, ma non chiamavo, cocciuto testardo…A Manaus, in piena Amazzonia, lo ricordo ancora come se fosse ora, una felice coppia sull’autobus, occupo’ i sedili davanti al mio…si baciavano e ridevano, scherzavano, si abbracciavano…non ero geloso, anzi, mi chiedevo solo se x caso tutto questo, casualmente fosse successo in un autobus a Milano…come mi sarei comportato vedendo lei con un altro…?…sarebbe stata la solita pugnalata al cuore che ti chiude lo stomaco, che ti fa’ sprofondare, che ti lascia senza forze, senza ripresa…?…No…ero pronto o quasi…mi sentivo pronto ad affrontare tutto daccapo…”….Nonostante sia andata cosi’, mi disse prima che partissi, rimani la persona piu’ importante della mia vita, nessuno mi ha mai dato ed insegnato tanto, anche la scelta di Milano e’ stata giusta, ho fatto tante amicizie e studiare in Italiano e’ molto piu’ semplice e veloce…e le tue foto mi hanno aiutato in parecchi lavori…”…Ero felice, avevo insistito tanto xche’ riprendesse a dipingere e dopo una falsa partenza, dovuta ad una scelta sbagliata del College, fece passi da gigante, tanto che nel giro di pochi anni, stava gia’ frequentando con successo il 3 anno dell’Accademia delle Belle Arti…”…E poi pensa disse, potremo trovare anche un paio di appartamenti vicini, cosi’ ogni tanto ti invito a cena…”…Affanculo, tanti progetti, tanti sogni, dopo tante sofferenze ed invece in ginocchio, ancora, non ti e’ dato di sognare…bum…un incidente ed in un attimo tutto vola via….tutto quanto ti eri costruito…niente non ti rimane niente, solo un umido fazzoletto x asciugare le lacrime che cadono senza stop…soffrire x amore?….una barzelletta, una semplice cazzata, non e’ niente…e’ solo mancanza di coraggio, il coraggio di ripartire, di ricomiciare, la paura della solitudine, la paura del futuro, quando invece l’amore regala tanti momenti belli, indimenticabili, indelebili e le delusioni, fanno solo parte del gioco…