Londra 1989 parte quinta

IIl passato, l’odiato nemico, ha tempi inopportuni. Quei giorni a Londra riappaiono in modo così vivido e improvviso cha a volte sono strappato al presente e a ciò che sto facendo. Un sorriso, una canzone, e sono di nuovo la’, tuttavia il passato ha un modo speciale di portarti nel posto giusto al momento sbagliato, il che può scatenare una tempesta interiore. Carlo mi diceva sempre Saresti un tipo incredibile se solo avessi un po’ di rancore. Ma sono fatto così anche nelle peggiori situazioni non io mai conosciuto amarezza e risentimento. Ultimamente sono stato divorato dalla rabbia eppure non ho mai odiato nessuno e non ho mai augurato consapevolmente il male di chiunque me ne abbia in egual maniera fatto. Carlo oggi è stato messo alle patatine, quintali dì fries fritte nello strutto, costa meno dice e ti uccide prima, tanto agli Inglesi va bene tutto, basta che sia grasso. Allora chiedo, tu come mai sei finito a Londra a friggere patatine? Bella domanda amico, risponde. Eppure è vero penso, nella disperazione, nella miseria, nelle difficoltà, dove come qui ti senti fra gli ultimi, è più facile trovare persone vere che dividono con te il poco che hanno, in tutta spontaneità, sincerità e senza doppi fini. La vera amicizia fra perfetti  sconosciuti dove regna solo la fiducia reciproca. Si sono scappato da Milano, non perché fossi ricercato ma perché ho perso la mia compagna in un incidente stradale. Ci jo provato ma la vedevo ovunque, per strada, al supermercato, al bar, al cinema, credo di vederne i lineamenti pure nell’olio che sto friggendo. E allora via neanche più l’italiano volevo sentire, tu sei la prima persona con la quale comunico da tempo, forse perché mi rimani simpatico e forse perché sai ascoltare, sai in tanti non sanno o forse non vogliono ascoltare, tutte prime donne, uomini del cazzo. Vorrei ammiccare un mi dispiace ma a cosa servirebbe, meglio sdrammatizzare. Domani mi hanno chiesto se voglio stare fuori che ne dici? Vedrai come torni di corsa in cucina, cosa pensi che ti mettono a pulire i tavoli, sai dove finisci, davanti l’ingresso con il mocio in mano a pulire le zampate di chi entra, destra sinistra, sinistra destra, così per 7 ore e 15 manco a pisciare ti mandano. A fine giornata avrai le braccia di un vogatore del Tamigi. Tanto sei così innocente e curioso che proverai se vai dimmelo che prendo festa mi mancherà l’appuntamento quotidiano con te. E guarda le previsioni, se danno pioggia….ciao

Londra 1989 parte terza

Esco di casa un’ora prima dell’inizio bensì la metro è solo poche fermate dopo. Arrivo a Marble Arch e mi fumo un paio di sigarette nervosamente fuori il Mac, è la classica giornata uggiosa Londinese, in fondo siamo solo a Dicembre anche se poi con il tempo capisci che qua l’estate non arriva quasi mai. Mi riceve la manager, una donna di colore, minuta e ben curata che ha sempre avuto una gran simpatia per me…Luca dice come on today you start your new job…. oggi realizzo cosa stesse dicendo ma al tempo annuivo.con la testa e basta, la seguivo come un cane segue il suo padrone e ubbidivo agli ordini, mi mancava solo di abbaiare. Mi porta in cucina e mi presenta agli altri manager che mi guardano dall’alto in basso come fossi un detenuto. Mi assegnano la postazione, friggere quintali di chicken nuggets. Accanto a me un ragazzo magro con i capelli lunghi legati che dopo poco si accorge che sono Italiano per i moccoli che tiro ogni volta che mi brucio le mani. Io son Carlo dice, di Milano, benvenuto all’inferno. Sti cazzi rispondo siamo così Messi male? Te ne accorgerai, per loro non contiamo un cazzo, a meno che non hai la fica e allora sei un passo avanti, se lavori 8 ore fai 45 minuti di break e stop, se capita che cala il lavoro dietro di te c’è un enorme muro bianco, ti prendono e te lo fanno passare ad acqua e sapone, meglio friggere questa merda. Ascolta dice, quello che ci danno per pranzo non è un granché, così come la paga che vedrai ti servirà per sopravvivere, se ti volti e guardi a destra c’è un carrello con i sacchi della spazzatura, a fine servizio basta che dici vado ed io ti butto due hamburger di pesce nel mio sacco qui sotto, tu lo prendi lo chiudi e quando sei sotto rovisti dentro e te li porti a casa. Non ti schifare, tanto peggio di qui ci sono solo i ristoranti italiani. Già provato rispondo, bastardi, aguzzìni, approfittatori…..sul fondo la voce dei manager che scandiscono il numero impressionante degli hamburger da far uscire dalla cucina. Un ultima cosa mi chiede il Milanese … Sei venuto a Londra per l Inglese o sei scappato? Ma rispondo per ora per la lingua poi sai le cose cambiano velocemente.

Elba

IM chiama un mio amico con voce chiaramente preoccupata……Stai attento mi dice, stamani al bar, non ti dico quale, il gestore parlava di te. Come è che la è sempre pieno e io ho il locale vuoto? Gli mando controlli ASL,, Carabinieri, Vigili vedrai che lo sistemo io….Digli a quel rottoinculo, rispondo, che mandi chi vuole tanto sono chiuso, anzi ho chiuso di mia spontanea volontà non aspetto certo le guardie, sai che con le divise io non vado molto d’accordo. Ti ricordi 35 anni fa quando al porto buttai una guardia in mare? Veniva a farmi le multe quando tornavo con le paste fresche e poi la faceva solo a me, mi è costato 5 anni di condizionale è a lui un bel bagno di Gennaio. Lo so risponde per questo ti chiamo non vorrei che tu facessi qualche cazzata. Tranquillo oramai sono vecchio per queste cose, ho chiudo e riaprirò quando le acque si sono calmate, se mai la si calmeranno, ci credo poco. Lo salutò e lo ringrazio oramai le chiamate come la  sua fanno parte della giornata. Meno male fuori casa gli uccellini cantano la primavera, mi godo il tramonto sulla Corsica che in lontananza sbiadisce dietro una leggera nebbiolina. Solo contro tutti e contro tutto, chi l’avrebbe detto, questa volta poi solo per lavorare e perché lavoro troppo, un assurdità. Qualche sera fa su fb ho ritrovato un mio amico che non sentivo da 30 anni. Ha un locale in un isola Thailandese e oltre ad invitarmi ha chiesto pure dì seguirlo. Se andasse come non spero appena mia mamma tira il calzino vendo tutto e ciao.

Charles Bukowski

Devi bruciare
da cima a fondo
e poi magari per un poco
da sinistra a destra
e devi farti strapazzare
le budella
da un teppista
e da dame
indemoniate,
devi correre
sul ciglio della follia
barcollando,
devi bere
un fiume d’alcol,
devi patire la fame
come un gatto randagio
in inverno,
devi vivere
con l’imbecillità
di almeno una dozzina
di città,
e allora forse
forse
forse
per un fugace
maledetto
momento
puoi capire
dove sei.

C. Bukowski ( la canzone dei folli)

Elba

IMettere l’acqua nella scatoletta dove mia mamma ripone la dentiera mi da un senso di disagio. Vedere quei denti che ti guardano dal basso verso l’alto, mi fanno pensare di essere in un film dell’orrore, pronti a sferrare il morso fatale proprio mentre appoggi la scatola sotto il rubinetto.  Oggi è anche giorno di medicazione alle gambe visto che  l’ambulatorio ci ha rimandato l’odierno appuntamento causa Covid. Ancora non ho capito se è meglio prenderlo o meno questo cazzo dì virus, visto che comunque hai tutte le precedenze possibili. A parte gli scherzi ci sono però milioni di malati che stanno passando in secondo piano e la situazione non sembra migliorare. Vedremo, tanto non c’è scelta. Non ho mai rimescolato abbastanza gli umori neri che sono in me. Non c’è abbastanza male in me per la vera grandezza.

Elba

Mia mamma si è impallata con il Grande fratello….sti cazzi….personalmente non ne ho mai seguito alcuno, perfino il primo che fece al suo tempo, enorme scalpore. Ho già difficoltà a seguire me stesso, figuriamoci le vicende dì quattro babbei rinchiusi in un’enorme casa e con tutti i privilegi possibili. La cosa che però oggi mi ha colpito mentre stavo mettendo legna nel camino e con mia mamma sintonizzata fissa sul canale della disgrazia, è stato il momento dell’apertura delle lettere di Natale insieme ai regali ricevuti dall’esterno, seguite poi dall immancabili lacrimucce che tanto fanno bene a questi pseudo programmi demenziali. Ebbene, ogni lettera oltre alle solite stronzate Natalizie, esortava i concorrenti a resistere e quel resistere, quel sacrificio un domani li farà crescere e sentire migliori. Sti cazzi. Resistere, sacrificio ma che state a di…. a non fare niente, a non dire mai qualcosa di costruttivo o di artistico oltre ovviamente annientare la mente di chi come mia mamma, quasi inferma vi segue come segue una soap opera senza mai capirci un cazzo. Intanto mentre mia madre sta parlando al telefono con mia zia, il cellulare inizia a squillare…Mamma il telefono le dico….Zitto risponde che sto parlando…..Tu si le dico ma lei no, credo che sia saltata la linea perché ti sta richiamando….Niente continua a parlare come se nulla fosse con lo squillo della suoneria in sottofondo….Mamma rispondi e poi riprendi a parlare….Rispondere a chi?…..

Pier Paolo Pasolini Lettera ad Alberto Moravia

Mi chiedo, mio caro Alberto, se questo antifascismo rabbioso che viene sfogato nelle piazze oggi a fascismo finito, non sia in fondo un’arma di distrazione che la classe dominante usa su studenti e lavoratori per vincolare il dissenso. Spingere le masse a combattere un nemico inesistente mentre il consumismo moderno striscia,  si insinua e logora la società già moribonda.

Pier Paolo Pasolini 1973

Elba


Allora è vero..,,Un altoatesino dopo aver chiamato sua moglie diverse volte, senza aver ottenuto risposta, la chiama per nome.,..Heidi Heidi vieni a vedere dice…Sti cazzi allora è vero…Heidi esiste….e io che pensavo fosse solo un personaggio dei cartoni animati..,Le assomiglia anche un po’…..ho pure conosciuto Heidi in carne ed ossa….prendiamola a ridere, la stagione appare segnata….ho aspettato tanto e mi sono beccato le due peggior stagioni in assoluto degli ultimi 30 anni….e va bene così, canterebbe Vasco Rossi, senza parole..,,,