Elba

Dico al lavapiatti, mimandone i movimenti….”…Oggi Ramadam….Manger….e lui risponde…no….beber…e lui no no…..caffè….no….sigaretta….no….tromber….no…no…Ramadam no….”……Sorride….è l’unico che non parla quasi niente di Italiano però è quello che mi diverte di più……..è un bravo ragazzo, sempre disponibile, molto umile, forse xchè non capisce un cazzo o forse solo xchè è nella sua indole o forse maschera bene tutto….però non ho mai visto un lavapiatti che a fine servizio viene in sala a dare una mano a rassettare i tavoli, a riempire i frigoriferi o fare le posate ….Magari fra un mesetto manda tutti affanculo….Con tutta sincerità c’è poco da stare allegri in questo settore…Alle otto della sera prepara con cura fuori dalla cucina, un tavolino che sa tanto di picnic, sul quale poggia prima il frullato, che è la prima cosa che beve dopo il digiuno,.dopo un vasetto di yougurt, un piatto con delle cose Marocchine che sembrano delle piccole salsiccie, magari di pollo, ed altre fettine di non so cosa, un pezzo di pane e dei datteri…poi con calma aspetta il minuto esatto della fine del Ramadam….Dopo tante ore gli dico, minuto più, minuto meno…..e lui risponde….bene….bene….te pareva….Un tedesco fuori chiede il solito cappucino del dopo cena, un’Olandese invece chiede un doppio espresso prima di mangiare….valli a capire…Lo Chef continua ad alternare momenti buoni ad altri meno….secondo me ha conoscenza ed esperienza, potrebbe esprimersi a livelli più alti, ma lavora solo x lo stipendio non ci mette la giusta passione…..Alessio e il Francese intanto hanno preso il largo x una prossima regata….mi mancheranno….

Piombino

Di sicuro in reparto non si respira l’aria migliore….Le infermiere sono tutte abbastanza fredde e sbrigative e certamente dopo quello che è successo, dopo che la gente continua a fare mille domande e mille supposizioni, dopo che la tv è piantonata appena fuori l’uscita a cercare ogni possibile nuova news da trasmettere, x chi ci deve lavorare, ora non è il momento migliore….Mia mamma è entrata in sala operatoria verso le 10 e avrebbe dovuto esserne fuori x mezzogiorno….Invece sono passate le una da poco ed ancora non si sa niente….Butto giù l’ennesima bottiglietta di acqua fra lo stupore di mia sorella che commenta….”…Ma che ti senti male? tutta quest’acqua di mattina….”….”….E’ x il nervoso….rispondo…bevo meccanicamente….non ho sete….avessi fumato sarei fuori ad accenderne una dietro l’altra…”….Lei invece in qualsiasi situazione è sempre più calma e tranquilla di me, lo è sempre stata, fin da piccoli….Così come lo è stata stamani, Jessika, dopo che la gatta ci ha scaricato un paio di gattini fuori la porta, appena partoriti…..Io non sarei stato capace di fare ciò che invece lei ha fatto…tagliare loro il cordone ombelicale, cucirli, pulirli e soprattutto con il passare delle ore, accudirli e nutrirli….Sono grossi come appena un nostro dito, sanno più di topo che di gatto….”…..Il problema è, mi dice Jessika via sms, che come dice il Veterinario, devono mangiare ogni due ore….e che senza la mamma il più delle volte rischiano di non farcela….”….”…..Proviamo, le dico, anche se il plurale serve a poco xchè in questi giorni sarò più in ospedale che a casa….”…..Animal project ci ha rimediato pure un cuscinetto gonfiabile che si scalda, da mettere in una scatola insieme ai gattini, tanto x dare loro l’idea del calore materno….Jessika ha comprato il latte in polvere che poi dovrebbe somministrare usando una piccola siringa….il resto lo farà il destino….Come con mia mamma….con l’età, 83, ed un intervento del genere, tutto è appeso ad un filo….quel filo che la famosa infermiera rompeva senza tante remore…..”….Ti faccio un’inezione, diceva, e dopo dormirai meglio….”….Non si è mai lamentato nessuno….

Gino Strada

Io sono un chirurgo. Ho visto i feriti (e i morti) di vari conflitti in Asia, Africa, Medio Oriente, America Latina e Europa. Ho operato migliaia di persone, ferite da proiettili, frammenti di bombe o missili. A Quetta, la città pakistana vicina al confine afgano, ho incontrato per la prima volta le vittime delle mine antiuomo. Ho operato molti bambini feriti dalle cosiddette ‘mine giocattolo’, piccoli pappagalli verdi di plastica grandi come un pacchetto di sigarette. Sparse nei campi, queste armi aspettano solo che un bambino curioso le prenda e ci giochi per un po’, fino a quando esplodono: una o due mani perse, ustioni su petto, viso e occhi. Bambini senza braccia e ciechi. Conservo ancora un vivido ricordo di quelle vittime e l’aver visto tali atrocità mi ha cambiato la vita.

Mi è occorso del tempo per accettare l’idea che una ‘strategia di guerra’ possa includere prassi come quella di inserire, tra gli obiettivi, i bambini e la mutilazione dei bambini del ‘Paese nemico’. Armi progettate non per uccidere, ma per infliggere orribili sofferenze a bambini innocenti, ponendo a carico delle famiglie e della società un terribile peso. Ancora oggi quei bambini sono per me il simbolo vivente delle guerre contemporanee, una costante forma di terrorismo nei confronti dei civili.

Alcuni anni fa, a Kabul, ho esaminato le cartelle cliniche di circa 1.200 pazienti per scoprire che meno del 10% erano presumibilmente dei militari. Il 90% delle vittime erano civili, un terzo dei quali bambini. È quindi questo ‘il nemico’? Chi paga il prezzo della guerra?

Nel secolo scorso, la percentuale di civili morti aveva fatto registrare un forte incremento passando dal 15% circa nella prima guerra mondiale a oltre il 60% nella seconda. E nei 160 e più ‘conflitti rilevanti’ che il pianeta ha vissuto dopo la fine della seconda guerra mondiale, con un costo di oltre 25 milioni di vite umane, la percentuale di vittime civili si aggirava costantemente intorno al 90% del totale, livello del tutto simile a quello riscontrato nel conflitto afgano. Lavorando in regioni devastate dalle guerre da ormai più di 25 anni, ho potuto toccare con mano questa crudele e triste realtà e ho percepito l’entità di questa tragedia sociale, di questa carneficina di civili, che si consuma nella maggior parte dei casi in aree in cui le strutture sanitarie sono praticamente inesistenti.

Negli anni, Emergency ha costruito e gestito ospedali con centri chirurgici per le vittime di guerra in Ruanda, Cambogia, Iraq, Afghanistan, Sierra Leone e in molti altri Paesi, ampliando in seguito le proprie attività in ambito medico con l’inclusione di centri pediatrici e reparti maternità, centri di riabilitazione, ambulatori e servizi di pronto soccorso. L’origine e la fondazione di Emergency, avvenuta nel 1994, non deriva da una serie di principi e dichiarazioni. È stata piuttosto concepita su tavoli operatori e in corsie d’ospedale. Curare i feriti non è né generoso né misericordioso, è semplicemente giusto. Lo si deve fare.

In 21 anni di attività, Emergency ha fornito assistenza medico-chirurgica a oltre 6,5 milioni di persone. Una goccia nell’oceano, si potrebbe dire, ma quella goccia ha fatto la differenza per molti. In qualche modo ha anche cambiato la vita di coloro che, come me, hanno condiviso l’esperienza di Emergency. Ogni volta, nei vari conflitti nell’ambito dei quali abbiamo lavorato, indipendentemente da chi combattesse contro chi e per quale ragione, il risultato era sempre lo stesso: la guerra non significava altro che l’uccisione di civili, morte, distruzione. La tragedia delle vittime è la sola verità della guerra.

Confrontandoci quotidianamente con questa terribile realtà, abbiamo concepito l’idea di una comunità in cui i rapporti umani fossero fondati sulla solidarietà e il rispetto reciproco. In realtà, questa era la speranza condivisa in tutto il mondo all’indomani della seconda guerra mondiale.

Tale speranza ha condotto all’istituzione delle Nazioni Unite, come dichiarato nella Premessa dello Statuto dell’Onu: «Salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all’umanità, riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nell’uguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi e piccole». Il legame indissolubile tra diritti umani e pace e il rapporto di reciproca esclusione tra guerra e diritti erano stati inoltre sottolineati nella Dichiarazione universale dei diritti umani, sottoscritta nel 1948. «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti» e il «riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali e inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo».

70 anni dopo, quella Dichiarazione appare provocatoria, offensiva e chiaramente falsa. A oggi, non uno degli Stati firmatari ha applicato completamente i diritti universali che si è impegnato a rispettare: il diritto a una vita dignitosa, a un lavoro e a una casa, all’istruzione e alla sanità. In una parola, il diritto alla giustizia sociale. All’inizio del nuovo millennio non vi sono diritti per tutti, ma privilegi per pochi. La più aberrante in assoluto, diffusa e costante violazione dei diritti umani è la guerra, in tutte le sue forme. Cancellando il diritto di vivere, la guerra nega tutti i diritti umani.

Vorrei sottolineare ancora una volta che, nella maggior parte dei Paesi sconvolti dalla violenza, coloro che pagano il prezzo più alto sono uomini e donne come noi, nove volte su dieci. Non dobbiamo mai dimenticarlo. Solo nel mese di novembre 2015, sono stati uccisi oltre 4mila civili in vari Paesi, tra cui Afghanistan, Egitto, Francia, Iraq, Libia, Mali, Nigeria, Siria e Somalia. Molte più persone sono state ferite e mutilate, o costrette a lasciare le loro case. In qualità di testimone delle atrocità della guerra, ho potuto vedere come la scelta della violenza abbia – nella maggior parte dei casi – portato con sé solo un incremento della violenza e delle sofferenze. La guerra è un atto di terrorismo e il terrorismo è un atto di guerra: il denominatore è comune, l’uso della violenza.

Sessanta anni dopo, ci troviamo ancora davanti al dilemma posto nel 1955 dai più importanti scienziati del mondo nel cosiddetto Manifesto di Russel-Einstein: «Metteremo fine al genere umano o l’umanità saprà rinunciare alla guerra?». È possibile un mondo senza guerra per garantire un futuro al genere umano? Molti potrebbero eccepire che le guerre sono sempre esistite. È vero, ma ciò non dimostra che il ricorso alla guerra sia inevitabile, né possiamo presumere che un mondo senza guerra sia un traguardo impossibile da raggiungere. Il fatto che la guerra abbia segnato il nostro passato non significa che debba essere parte anche del nostro futuro. Come le malattie, anche la guerra deve essere considerata un problema da risolvere e non un destino da abbracciare o apprezzare.

Come medico, potrei paragonare la guerra al cancro. Il cancro opprime l’umanità e miete molte vittime: significa forse che tutti gli sforzi compiuti dalla medicina sono inutili? Al contrario, è proprio il persistere di questa devastante malattia che ci spinge a moltiplicare gli sforzi per prevenirla e sconfiggerla. Concepire un mondo senza guerra è il problema più stimolante al quale il genere umano debba far fronte. È anche il più urgente. Gli scienziati atomici, con il loro Orologio dell’apocalisse, stanno mettendo in guardia gli esseri umani: «L’orologio ora si trova ad appena tre minuti dalla mezzanotte perché i leader internazionali non stanno eseguendo il loro compito più importante: assicurare e preservare la salute e la vita della civiltà umana».

La maggiore sfida dei prossimi decenni consisterà nell’immaginare, progettare e implementare le condizioni che permettano di ridurre il ricorso alla forza e alla violenza di massa fino alla completa disapplicazione di questi metodi. La guerra, come le malattie letali, deve essere prevenuta e curata. La violenza non è la medicina giusta: non cura la malattia, uccide il paziente. L’abolizione della guerra è il primo e indispensabile passo in questa direzione. Possiamo chiamarla ‘utopia’, visto che non è mai accaduto prima. Tuttavia, il termine utopia non indica qualcosa di assurdo, ma piuttosto una possibilità non ancora esplorata e portata a compimento. Molti anni fa anche l’abolizione della schiavitù sembrava ‘utopistica’.

Nel XVII secolo, ‘possedere degli schiavi’ era ritenuto ‘normale’, fisiologico. Un movimento di massa, che negli anni, nei decenni e nei secoli ha raccolto il consenso di centinaia di migliaia di cittadini, ha cambiato la percezione della schiavitù: oggi l’idea di esseri umani incatenati e ridotti in schiavitù ci repelle. Quell’utopia è divenuta realtà. Un mondo senza guerra è un’altra utopia che non possiamo attendere oltre a vedere trasformata in realtà. Dobbiamo convincere milioni di persone del fatto che abolire la guerra è una necessità urgente e un obiettivo realizzabile. Questo concetto deve penetrare in profondità nelle nostre coscienze, fino a che l’idea della guerra divenga un tabù e sia eliminata dalla storia dell’umanità.

Ricevere il Premio Right Livelihood Award incoraggia me personalmente ed Emergency nel suo insieme a moltiplicare gli sforzi: prendersi cura delle vittime e promuovere un movimento culturale per l’abolizione della guerra. Approfitto di questa occasione per fare appello a voi tutti, alla comunità dei colleghi vincitori del Premio, affinché uniamo le forze a sostegno di questa iniziativa. Lavorare insieme per un mondo senza guerra è la miglior cosa che possiamo fare per le generazioni future.

Elba

Fabio apre una boccia di prosecco….”…..Per digerire, dice, specialmente dopo un buon tortino al cioccolato…..”…..Ne bevo un sorso, mentre il Maitre mi sta alle calcagna, come diceva Jessika, chiedendomi più volte cosa farò il prossimo anno……”…..Qui rispondo, Maitre, non ho mai avuto problemi con nessuno, tranne la famosa stronza che si era accanita contro di me……e poi sono l’unico che non è stato fatto fuori, ma ho lasciato di mia spontanea volontà e lei sa il perchè……”……Il Maitre tira su una bella boccata di fumo dalla sigaretta elettronica e mi guarda sorridendo……”….”…..Qui siamo sempre nelle mani del famoso consulente, che non ci capisce un cazzo, ma che ha il potere decisionale su tutti noi….se vuoi tornare la porta è sempre aperta, ma sappi che qui è sempre un bel casino…..ma possiamo offrirti 8 mesi di lavoro……”…..Curriculum, lingue, esperienza e poi quello che conta è sempre un bel paio di scarpe, possibilmente comode…..8 mesi di lavoro….magari….8 mesi di lager, di arresti domiciliari……fossero le 8/10 ore giornaliere, sarebbe nulla….qui si passa facilmente a 12, 14 e senza preavviso…..quello che viene viene….sono cazzi tuoi…..”….Le faccio sapere, rispondo…..lei mi tenga informato se ci sono cambiamenti….in meglio…..”…..Intanto si sofferma a chiacchera anche la figlia del Boss, ma stranamente non mi concede lo sguardo….io non ho nulla da nascondere e ti guardo negli occhi, chiunque tu sia……lei invece sembra preferire altro…..parla ma lo sguardo è puntato altrove…forse è ancora offesa x essermene andato lo scorso aprile…..posso farne decisamente a meno, esco dalla conversazione e vado a farmi un bel bicchiere di bianco e sparare due cazzate allo chef…..il vino è ancora freddo e scende molto bene…..

Elba

Siamo tutti e tre…io mia mamma suo fratello….L’aroma del caffè si mischia a quello delle sigarette che mio zio accende di continuo…Il fumo disegna delle serpentine che spinte da una leggera brezza, vanno ad infrangersi sulle tende alla sue spalle…Dopo decine e decine di prove, rinunce, gomme alla nicotina, sigarette elettroniche, agopuntura e chissà cosa ancora, sembra aver perso definitivamente la battaglia con le bionde, è il classico fumatore che inalerà nicotina fino all’ultimo respiro….Lo trovo in casa mentre scarico della spesa x mia mamma, le scale e le gambe oramai la costringono ad un triste domicilo forzato…Sta cercando disperatamente alcune pile x l’apparecchio, scarico e senza il quale non sente praticamente nulla….mia madre non è da meno e dai discorsi, anche le sue, di batterie, sembrano agli sgoccioli….”….Sono venuto a chiederti se hai magari qualche pila in più, che ti avanza….dice mio zio…..”…..Lo so, risponde mia mamma, c’è più caldo qui che nell’altra stanza, ma che ci vuoi fare è sempre scirocco…”….mio zio guarda me chiedendo….”….Ma il che dice….”….”….Ho appuntamento il prossimo martedì, con il ragazzo dell’apparecchio…”…..”…..Come quando apparecchio?…sono appena le 10 del mattino…mi sembri un pò rincitrullito stamani….stasera c’è la Fiorentina in tv, vieni a vedere la partita dopo le otto….”….”…..Stai zitta va con il lotto, non si prende più un ambo…niente, tutti numeri strani…”…..”….Mamma, le dico, porto il cane qui sotto casa verso sinistra….”….”….Dentista…ma che ci vai a fare dal dentista….”….Vi do un consiglio…rispondo….prendete un pezzo di carta e scrivete quello che vi volete dire, almeno fino al prossimo martedì, poi, batterie permettendo, dovrebbe essere tutto più semplice….

Montevarchi

Quando devi andare a ritirare la macchina dal meccanico, è sempre meglio arrivare, leggermente dopo. Se anticipi i tempi, ti trovi a tu x tu con l’operaio che alla tua vista già pensa…”…ke minchia vuole questo a quest’ora?…”…Ovviamente non sei in un posto qualunque e dopo aver girato e rigirato i bar della zona, bevuto 3 caffè e fumato almeno 5 sigarette, al freddo, torni dentro e dove vai…vicino alla tua macchina, giusto x curiosità, x osservare come sta andando,  x vedere quanto manca alla consegna e xchè non sai più dove cazzo andare…a quel punto ti ritrovi con il meccanico che appare e riappare dal sotto, da dentro il motore, da dietro uno sportello, con la classica lampada che si allunga all’infinito…Vorresti chiedergli se li serve una mano, visto la scarsa velocità con la quale lavorano, hanno un vero passo da Indiano…Mio padre diceva sempre…”…In fondo, la manodopera si paga ad ore…xtanto…difficile trovare un meccanico che scatta da una macchina all’altra…”…xtanto se gli chiedi se serve aiuto, ti riguarda storto…se poi, ti scappa una battuta, peggio che mai…”…Ma chi cazzo ce lo ha mandato questo?…”…Ti tocca rimanere a girare intorno al veicolo…in silenzio…guardarti le decine e decine di chiavi, buttate quasi sempre in un armadietto in modo confuso, dove il mio di meccanico, che portava un paio di occhiali spessi come un fondo di bottiglia, stava cercando delle piccole viti che aveva riposto qualche istante prima…Non ho ancora capito se ci ha rimesso le originali o qualcosa di simile…intanto il tempo passa, e la manodopera, dice un cartello in alto…”…Euro 42,50 all’ora…e più in grande…Prezzi chiari, puliti…”…alla faccia, mortacci loro…

Elba

Vado in psichiatria, a trovare Isabella…l’hanno rinchiusa dopo che ha assaltato la madre con tanto di coltello…Negli ultimi mesi aveva già dato segni di preoccupanti squilibri, ma si fermavano solo a semplici esternazioni verbali…se la prendeva con tutti, come del resto chi ha seri problemi con l’alcol…qualche vaffanculo di troppo….Ma violenza mai, anzi era la prima a dire di volerne essere fuori….”….Isa…ma che cazzo combini?…”….la trovo gonfia, trascurata, nervosa…”…Mi ha rotto i coglioni…se la prende sempre con me…ed allora…zac…ti taglio la gola, così non parli più….”….”….Ma vai affanculo…vai….è tua mamma…ricordalo…che minchia ti metti a fare…ora c’hai tutti al culo…”….Mi guarda senza rispondere….accanto noi passa una bionda che emana un cattivo odore…un mix di sudore ed orina….ha le dita delle mani ingiallite dalle sigarette…”….La vedi lei, dice Isabella sottovoce…la vedi….è matta….ahhhh…..è matta….ahhhhh….stai attento….”…..In fondo al corridoio un signore magrissimo fà capolino da una porta…Dietro un paio di vecchi occhiali da vista, nasconde due occhi tristissimi…ma appena incrocia il mio sguardo si riifugia nuovamente in camera…Isabella si avvicina di nuovo…”….La vedi quella lì….è matta….ahhh….è matta…non lo sapevi…è proprio di fuori….ahhhh….ahhhh…”…”….Quando ti fanno uscire da quì, le chiedo…”….”….Presto, che credi, risponde….mica sono matta io…ahhhh….ahhhh….e poi, al limite mi scopo qualche infermiere…vedrai come ti apre le porte dopo…oh…avvicinati dice…dai che non posso urlare…la vedi la bionda…”…”….E’ matta rispondo…”….”…Chi te lo ha detto, risponde lei…”….”….Lo sapevo, dico….lo sapevo…è matta…”…Continua a ridere…”…Dammi una sigaretta dice…”…”…Ti ho portato un pacchetto meno di un’ora fà….”…”…L’ho nasacosto, ne prendo 3 alla volta…qui sono tutti matti…te lo finiscono subito…vedi la bionda?…”….”….E’ matta…è matta rispondo…”….”….Si si lo so’…dice…quante volte me lo devi dire…è sempre in giro a chiedere sigarette…se ti vede fumare ti si appiccica come una zecca…”….Tiro fuori una camel gialla, gliela passo…”…Isa dico…devo andare, il lavoro aspetta…mi raccomando…cerca di uscire da questo posto il prima possibile…fai cio’ che ti dicono i dottori…”….Mi fà l’occhiolino, l’abbraccio, mentre lei mi sussurra nell’orecchio…”….Occhio alla bionda….è matta….”…..

Marzo 2009 – Elba

….”….Non ha senso, dice il Bobmentre accende una sigaretta…che tu voglia andare via ora…sei riuscito a comprare la casa dopo due anni di casini con le banche…x far cosa…partire…certe volte non ti capisco proprio…”…Fuori e’ una bella giornata di sole, gli uccellini sono tornati a cantare e a rincorrersi fra i rami degli alberi…la pioggia ha buttato giu’ qualche nido, ma con calma e dedizione ne stanno facendo altri, forse piu’ sicuri dei precedenti…”…Infatti non hai capito un cazzo…non voglio lasciar tutto e ricominciare da un’altra parte.vorrei solo…non so’….andare a lavorare altrove…magari anche restando in Toscana, in Italia…nord, sud, fa’ poca differenza…ho bisogno di staccare un po’….mi conosci…e’ un momento particolare… ho solo il desiderio, di non vedere faccie…conosciute…troppe cose sono successe, troppi casini, troppi discorsi…ho voglia di staccare…ad essere sincero, e’ solo il fido Apollo che mi lega…altrimenti sarei gia’ seduto su’ qualche aereo….non ho problemi a trovar lavoro…comunque vedremo…ti faro’ sapere…sono stanco di persone che ti chiamano xche’ sai fare questo, quest’altro, xche’ parli bene l’Inglese e poi non ti pagano mai x quello che vali…affanculo…di certo non ho tempo x il tuo… fotovoltaico…al quale auguro il meglio….ti ho gia’ dato, abbastanza soldi…e in cambio non ho ancora visto un cazzo…mi dispiace ma non fa’ x me…”…Si alza, convinto come sempre, che sia io, a sbagliare ancora una volta…vedremo…vedremo che strada imbocchero’…tanto x tirar su’ due piatti, un posto vale l’altro…tanto vale cambiar aria…

Dicembre 2008 – Elba

Maurizio entra al bar, il sole gli picchia dritto in fronte, sorride…”..Oggi, dice, ho dormito con la bambola…L’ho gonfiata, le ho messo un po’ d’acqua calda nella passerina, accarezzata e poi zum…zum…un po’ sopra, un po’ sotto…poi l’ho lavata, asciugata e…”….Ma che fai…rispondo…le vieni dentro?…”…”,,,E che vuoi, mica rimane incinta….la cosa piu’ triste e’ quando la sgonfi x rimetterla a posto…fa’ una faccia…ora pero’ e’ gia’ un anno che ce l’ho…”….”….Ammazza maurizio…mi sa’ che ti sei innamorato…”…”….Magari, sai, sono sicuro che anche lei se potesse, si innamorerebbe di me…la tratto come una regina…non le faccio mancare niente… “…”…Ci mancherebbe, la moglie e’ sempre la moglie, non e’ che tuo fratello e’ geloso?…”…Che vita che fa’…oltre a suoi problemi mentali, accudisce il fratello maggiore, malato di sclerosi multipla, con l’aiuto di una badante, ovviamente a loro spese…”….Pero’ dice, cucino sempre io…oggi risottino al nero di seppia…poi prima di andare a letto con la bambola, ho acceso il riscaldamento…mio fratello ha sempre freddo…dai Gluca, beviamo una birra, ho preso la pensione….si avvicina e sottovoce…quanti soldi…c’e’ anche la tredicesima…”….”….Ora dico ad alta voce, non spenderla tutta in birra quella benedetta pensione e poi ti fa’ male bere, prendi medicine…”….Mi guarda e sorride…”…Una birretta qua’, una al porto, una in centro…passo la giornata, faccio quattro chiacchere..e poi sai…tante volte me la offrono…non pago quasi mai…”….”….E vai maurizio…rispondo…”….Siamo cresciuti insieme e fin dalla scuola ha sempre avuto problemi nell’apprendimento..la cosa sconvolgente e’ che solo fino a pochi anni fa’ era ancora in grado di lavorare…ora, forse causa psicofarmaci e siringoni che non si sa’ cosa contengono, ma che lui dice…”…Mi fanno stare tranquillo…”…il suo stato mentale e’ peggiorato e con lui anche lo stato fisico, trascurando la pulizia e l’igiene…”….Vai Maurizio, gli dico, vai con i Simple Minds…”…Accenna un ballo, alza le braccia piu’ volte…sorride…poi si ferma improvvisamente, sembra chiedersi cosa stia facendo…si passa velocemente le mani sul viso, poi fra i capelli, cerca disperatamente una sigaretta…l’accende, tira velocemente su’ 3/4 volte, rimane immerso in una nuvola di fumo…”….Devo andare dice…ciao Gluca a domani…”….”…A domani Maurizio…a domani…”….